Esteri
Israele-Hamas, la tregua regge. Netanyahu ringrazia Biden
I numeri degli 11 giorni di combattimenti
MEDIO ORIENTE: NETANYAHU, 'GRAZIE A BIDEN PER IL SUPPORTO, PARLATO CON LUI 6 VOLTE'
"Ho parlato con il mio amico Joe Biden sei volte" dall'inizio dell'escalation militare e "lo ringrazio" per il supporto dato a Israele. Il presidente americano "ha compreso la necessità di Israele di difendersi". Lo ha dichiarato il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, parlando a Tel Aviv dopo l'entrata in vigore del cessate il fuoco.
Israele-Hamas, la tregua regge. Prima notte senza scontri a Gaza
E' in vigore dalle 2 di notte e sembra reggere la tregua raggiunta con la mediazione dell'Egitto tra Israele e Hamas dopo undici giorni di battaglia. Fino all'alba non sono stati segnalati lanci di razzi dalla Striscia di Gaza in direzione di Israele e, riporta il Times of Israel, non ci sono notizie di raid israeliani nell'enclave palestinese controllata da Hamas. Il segretario di Stato Usa, Antony Blinken, ha annunciato con un tweet che si recherà "nella regione nei prossimi giorni" per colloqui con il capo della diplomazia israeliana, Gabi Ashkenazi, con leader israeliani, palestinesi e regionali.
Hamas ha rivendicato la "vittoria" e migliaia di persone, riferisce al Jazeera, sono uscite in strada a celebrare il cessate il fuoco nei Territori Palestinesi. "Oggi la resistenza dichiara vittoria sui nemici", ha detto Khalil al-Hayya, numero due di Hamas a Gaza, come riporta il Jerusalem Post.
Il Times of Israel parla di migliaia di persone radunate stamani a Khan Yunis, nel sud della Striscia, fuori dalla casa di Mohammed Deif, capo del braccio armato di Hamas. Per Ali Barakeh, della Jihad Islamica, la tregua è una sconfitta per il premier israeliano Benjamin Netanyahu e una "vittoria per il popolo palestinese".
Il bilancio di quasi due settimane di ostilità, iniziate il 10 maggio, parla di 232 palestinesi uccisi nei raid israeliani e di 12 morti in Israele a causa dei razzi lanciati da Gaza. Nelle scorse ore con un tweet l'inviato Onu per il Medio Oriente, Tor Wennesland, ha accolto con favore "il cessate il fuoco tra Gaza e Israele", fatto le condoglianze "alle vittime della violenze e ai loro cari" e ringraziato "Egitto e Qatar per gli sforzi messi in atto, in stretto contatto con l'Onu, per riportare la calma".
"Ora - ha aggiunto - può iniziare il lavoro di costruzione della Palestina". E il presidente egiziano, Abdel Fattah al-Sisi, in una serie di tweet ha ringraziato il presidente americano Joe Biden "per il suo ruolo" per il successo dell'iniziativa egiziana per il cessate il fuoco.
Joe biden parla in in tv, rivendica "l'intenso lavoro diplomatico" e annuncia la tregua tra Israele e Hamas. Hamas ci stara'? Perche' e' vero che ha firmato il cessate il fuoco ma con un avvertimento: "I nostri razzi non sono finiti". Per Benjamin Netanyahu ci sara' "calma in cambio di calma". Il sottointeso e' che il primo che preme il grilletto innesca anche quello dell'altro. Chi sara' il primo ministro israeliano con cui Biden dovra' negoziare? I democratici americani sono da sempre per la 'soluzione dei due Stati', il problema e' che, con Hamas e con la turbolenta situazione politica di Israele, e' difficile arrivare a una composizione del puzzle. Biden in ogni caso un risultato l'ha raggiunto: ferma l'ondata di disappunto dell'ala liberal del suo partito e rilancia, in una posizione piu' allargata rispetto a quella di Donald Trump, il ruolo degli Stati Uniti.
Biden ha sempre sostenuto il diritto di Israele a difendersi ("Gli Stati Uniti sostengono pienamente il diritto di Israele a difendersi dagli attacchi indiscriminati di Hamas e di altri gruppi terroristici a Gaza che hanno ucciso civili innocenti") e sottolinea come Hamas non possa essere un interlocutore ("Lavoreremo in partnership con l'Autorita' nazionale palestinese e non con Hamas").
Ma c'e' un fatto nuovo, la Casa Bianca cerca una soluzione che comprende anche gli arabi, tiene dentro i palestinesi e lo fa attraverso una figura chiave, Abdel Fattah al-Sisi, generale, esperto di artiglieria, presidente dell'Egitto, pubblicamente ringraziato "per il suo ruolo dietro le quinte". Biden ha risolto la crisi non a Washington, non a Gerusalemme, ma al Cairo, con un gioco di sponda di Parigi e Amman, un link con Emmanuel Macron e il re di Giordania.
Gli Accordi di Abramo siglati da Trump non si toccano, rappresentano una svolta che ha riconosciuto lo stesso Biden in tempi non sospetti, ma l'abilita' di questo presidente che sta sorprendendo e che e' stato sottostimato, e' quella di recuperare alcuni canoni della politica internazionale pre-obamiana. Meno retorica, meno dichiarazioni, meno utopie, piu' moderazione, piu' realismo, piu' attenzione agli equilibri in campo ("Operiamo silenziosamente facendo leva sulla diplomazia").
In questo gioco del silenzio, il ruolo chiave e' di Tony Blinken che dalla Groenlandia telefona, monitora, non spegne mai il radar e ha le valige pronte per il Medio Oriente. Biden e' una buona polizza assicurativa anche per Israele, perche' se non si tocca il patto di Abramo, tutto questo e' possibile. E a un uomo pragmatico come il presidente israeliano Reuven Rivlin, il vecchio Joe della Casa Bianca piace. Nessun estremismo, nessuna concessione ai terroristi di Hamas. Una posizione che permette la flessibilita' necessaria per formare il prossimo governo.
Chi ha vinto? La risposta piu' facile sarebbe nessuno, perche' Hamas resta al suo posto di comando a Gaza, Israele ha sempre il nemico di fronte, ma in realta', a sorpresa dopo il ritardo iniziale, e' venuta fuori una posizione dell'amministrazione americana, gradualista, paziente fino all'esasperazione di alcuni, sensibile al problema militare di Israele, ma con un termine posto allo Stato ebraico sulla campagna militare. Aveva iniziato tentennando, finisce bene. Neppure Biden ha vinto, ma di sicuro non ha perso.
Ora il dilemma e' che fare. E qui il presidente americano tentera' quello che hanno tentato tutti i democratici, con un metodo un po' all'antica, non obamiamo, non con i pugni chiusi di fronte alla folla al Cairo, non con un inno alle Primavere arabe: "Gli Stati rimangono impegnati a lavorare con l'Onu e gli altri partner internazionali per rilanciare rapidamente l'assistenza umanitaria e guidare il sostegno internazionale alla popolazione di Gaza e alla sua ricostruzione". Il cessate il fuoco "e' l'occasione per fare progressi", dice Biden. Ci riuscira'? La tregua e' un grande risultato, tanto da indurlo a rompere il silenzio, a parlare del conflitto tra Hamas e Israele e intestarsi il cessate il fuoco di stanotte. Una tregua di solito conduce a due strade possibili. La pace o la guerra. Dopo 11 giorni di bombardamenti, Biden incassa la tregua e lavora per la pace.