Esteri

Issues on China: la complessità della Cina attraverso esperienze sul campo

Intervista ad Alberto Di Minin, Direttore italiano dell’Istituto Confucio di Pisa e Direttore dell’Istituto Galileo Galilei presso la Chongqing University

La Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, eccellenza accademica europea e punta di diamante della ricerca italiana, ha lanciato le “Seasonal Schools”, percorsi formativi a carattere fortemente interdisciplinare, focalizzati sulle tematiche di ricerca di frontiera della Scuola, destinati a studenti universitari iscritti ai corsi di Laurea triennale, di Laurea Magistrale e ai corsi PhD che abbiano le medesime caratteristiche di profitto degli studenti della Scuola. Le Seasonal Schools sono occasioni di incontro e confronto per entrare in contatto con altri studenti di merito provenienti da tutta Italia e dall’estero da vivere “dentro” le nostre strutture e i nostri laboratori.

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Il Professor Alberto Di Minin

In particolare, per quanto riguarda la Cina, la Sant’Anna, da quasi quindici anni presente nel Paese grazie alla fruttuosa partnership con la Chongqing University, ha lanciato la “Seasonal School: Issues on China”, che si svolgerà il via in formato telematica dal 9 al 13 novembre prossimi. La Seasonal School è dedicata alla memoria dell‘ex Console Generale d’Italia a Chongqing, Filippo Nicosia, un caro amico e sostenitore delle attività della Scuola Superiore Sant’Anna in Cina.

Per l’occasione abbiamo intervistato il Professor Alberto Di Minin, coordinatore di “Issues on China”, Professore Ordinario Sant’Anna, Direttore italiano dell’Istituto Confucio di Pisa e Direttore dell’Istituto Galileo Galilei presso la Chongqing University.

Professor Di Minin, la Cina è davvero così complessa da intercettare e capire?

Con la Cina è necessario un approccio carico di curiosità e l’ascolto costante delle testimonianze dal campo. Questi sono alcuni degli elementi chiave per avvicinarsi alla comprensione della Cina contemporanea, una somma di diversità di cui non possiamo più fare a meno. In definitiva, la Cina è sempre più “vicina”: dobbiamo conoscere i nostri vicini per vivere meglio e sviluppare un rapporto bilaterale “win-win”.

Non passa giorno che non si leggano notizie e approfondimenti sulla “Terra di Mezzo”. La Cina è sempre più presente nelle conversazioni e orizzonti italiani: nelle grandi città, come a Milano, Roma e Napoli, nelle più piccole realtà della Penisola e anche nella nostra Pisa. Per conoscere la Cina è necessario possedere molta umiltà, avere la pazienza e la voglia di studiare, apprendere, leggere, ascoltare. La Cina è un arcipelago di realtà molto spesso difficili da decifrare, ma al contempo affascinante e sorprendente.

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Quali sono gli obiettivi di “Issues on China” e a chi si indirizza?

La Seasonal School “Issues on China” è indirizzata agli studenti universitari italiani e stranieri, ed è un tentativo, da parte della Scuola Superiore Sant’Anna, di aprire le proprie porte digitali e competenze verso l’esterno. Il nostro obiettivo principale è concentrare in cinque giorni di testimonianze un’offerta che si differenzi dalle altre sulla Cina per il grande numero di esperti coinvolti, per la qualità delle loro esperienze, per la loro visione privilegiata sul campo.

Quali sono le tematiche principali che verranno affrontate?

Questa prima edizione è un’opportunità formativa che offre, grazie a un programma dinamico e denso, un’introduzione agli aspetti economici, sociali, politici e legali della Cina contemporanea, attraverso la lente delle principali attività di ricerca promosse dagli Istituti della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa. La scuola sarà caratterizzata da un forte approccio interdisciplinare e incentrata sull’incontro con persone, modi di pensare e case study legati alla Cina.

La scuola fornirà ai partecipanti l’opportunità di sviluppare il background necessario per comprendere alcune delle principali questioni della Cina quali il fenomeno del turismo, il posizionamento geopolitico e internazionale, il trasferimento tecnologico e gli ordinamenti giuridici. Si parlerà di innovazione, cambiamento, flussi di persone, relazioni diplomatiche: il tutto in cinque giorni in cui non ci si fermerà un momento. Per stare al passo della Cina, anche in questo caso, bisogna correre.

I relatori saranno diplomatici, professori universitari, ricercatori, manager, imprenditori: offriranno la loro esperienza sul campo delle relazioni sino italiane, e la loro visione del futuro per comprendere maggiormente un momento complicato come quello che stiamo vivendo, carico di problemi ma anche ricco di sfide storiche alle quali non è possibile sottrarsi. Un periodo in cui la Repubblica Popolare Cinese è ormai protagonista, a tutti i livelli.

20200501 IMG 5279 (1) minI grattacieli di Yuzhong, distretto centrale della Municipalità di Chongqing, Cina occidentale

Come giudica il livello di conoscenza e del dibattito pubblico italiano sulla Cina?

Il dibattito pubblico in Italia sulla Cina è in forte crescita. La curiosità è ovunque, diffusa a tutti i livelli della società. Si percepisce in Italia la presenza sempre maggiore di una Cina di cui non si può fare a meno, sia a livello di dibattiti in convegni accademici, che al bar sotto casa. È un fenomeno affascinante. Se poi guardiamo ai numeri della crescita cinese e li analizziamo con attenzione, capiamo allora come non si tratti solo di una “narrazione”, ma che davvero la Cina sia tornata al centro della scena.

Se la percezione può essere superficiale, la conoscenza della Cina è un aspetto che si sviluppa in modo molto più profondo. Si costruisce con lo studio, l’ascolto, il rispetto, attraverso una stratificazione di informazioni accumulate con sguardo critico in anni, non mesi. Il Dragone è una realtà molto complessa, che ho la fortuna di studiare da tanti anni, grazie anche alla presenza della collaborazione accademica di successo tra la Sant’Anna e la Chongqing University.

È una costellazione, una massa frastagliata e in costante mutamento, al suo interno ed esterno. Si può osservare e approfondire da molteplici angolazioni. Quello che vogliamo far risaltare nella nostra offerta è il punto di vista di persone che con la Cina ci lavorano, l’hanno vista e l’hanno frequentata. Ritengo che questo sia il punto di forza della nostra Seasonal School sulla Cina.

Quanto è difficile mantenere una "linea mediana" in una convergenza geopolitica nella quale le tensioni e pressioni contrapposte si fanno sempre più forti, anche in Italia?

La Cina rappresenta un mercato di sbocco per il nostro export ma non solo. Come sottolineato sapientemente dal nostro Ministero degli Esteri, è importante anche considerare il “Made by Italy” in Cina: la nostra presenza in termini di investimenti, a livello distributivo e produttivo.

Al contempo quello che vediamo, oltre al nostro interesse verso il mercato cinese, e un fortissimo avvicinamento della Cina nei confronti di sempre più parti dell’Unione Europea. L’Italia non è un’eccezione. Questo rende necessario da una parte operare con professionalità, e al contempo incuriosire i giovani italiani, ponendosi l’obiettivo di formare futuri professionisti che dovranno, nella propria vita, in un modo o nell’altro, occuparsi inevitabilmente di Cina.

Ritengo di essere una persona realista e pragmatica: indipendentemente dalle nostre personali opinioni, di Cina bisogna occuparsene, non possiamo non conoscerla. All’insegna di questa consapevolezza, penso che la Seasonal School dedicata alla memoria di un fine diplomatico italiano come Filippo Nicosia, che ha dedicato la sua breve ma intensa carriera a portare avanti con curiosità un’esplorazione della Cina e dell’Asia, sia un ottimo punto di partenza e di approfondimento per tanti giovani italiani.