Esteri
L'ingresso dell'Ucraina nella Nato è "irreversibile"? Ad oggi non c'è neanche una road map
Il segretario Mark Rutte definisce "irreversibile" il percorso, ma l'ingresso dell'Ucraina nella Nato presenta ancora molte incognite. E potrebbe portare ad una escalation di tensioni con la Russia. L'intervista a Vivaldelli
L'ingresso dell'Ucraina nella Nato è "irreversibile"? Ad oggi non c'è neanche una road map
L’ingresso dell’Ucraina nella Nato sembra sempre più vicino. Lo stesso Segretario dell’Alleanza Atlantica, Mark Rutte, ha definito il percorso di Kiev come irreversibile. Ma è davvero fattibile? Lo abbiamo chiesto al giornalista esperto in relazioni internazionali Roberto Vivaldelli che ha spiegato come, per come si mostra adesso la situazione, l’ingresso di Kiev nella Nato è impossibile. “Per il momento parliamo di un impegno sui generis ma nei fatti parliamo di nulla, di fuffa e di propaganda”. E per quanto riguarda il rischio di una terza guerra mondiale, il giornalista è fiducioso nei confronti del nuovo presidente degli Stati Uniti. “Speriamo che il presidente Trump lavori per una de-escalation e non per un’escalation come sta facendo Biden che in questi due mesi potrà fare ulteriori disastri”. L'intervista.
La Nato sembra aprire le porte sempre di più all’Ucraina con soldi e armi. Cosa sta effettivamente succedendo? È un chiaro segnale di ipotetico ingresso nell’Alleanza in un futuro relativamente vicino?
Non c’è ancora un percorso definito. C’è questo impegno a parole da parte della Nato ma non c’è ancora una road map per un futuro ingresso dell’Ucraina, anche perché la Nato non può accogliere un Paese in guerra e soprattutto è la Nato che dovrebbe invitare l’Ucraina nell’Alleanza e non il contrario. Ma questo non può accadere fintanto che l’Ucraina è un Paese in guerra.
Con il cambio di presidenza statunitense da gennaio e l’arrivo di Trump, secondo lei la situazione tra Ucraina e Russia e i rapporti di forza cambieranno?
Trump ha certamente vinto promettendo di porre fine alla guerra in Ucraina addirittura in 24 ore. Non credo che sarà così. L’ok di Biden ad impiegare dispositivi a lungo raggio tuttavia relativi alla regione di Kursk e ad otto km di gittata certamente rappresenta un ostacolo alla futura trattativa. È una mossa di Biden contro Trump piuttosto che contro la Russia ma che comunque rischia di mettere in difficoltà il futuro presidente degli Stati Uniti che dovrà lavorare molto dal punto di vista diplomatico per migliorare i rapporti o intavolare un tavolo con la Russia.
Il segretario generale della Nato, Mark Rutte, ha definito il percorso di Kiev verso la Nato come “irreversibile”. Lei è d’accordo? È davvero irreversibile?
Il percorso potrà anche essere irreversibile come dice Rutte ma ad oggi non c’è alcuna road map precisa per l’ingresso di Kiev nella Nato perché tale ingresso non è al momento possibile. Per il momento parliamo di un impegno sui generis ma nei fatti parliamo di nulla, di fuffa e di propaganda.
La Nato è consapevole delle conseguenze che potrebbero esserci con questo ingresso?
La Nato è consapevole ma questa è una delle cause, non l’unica, che hanno portato all’intervento della Federazione russa in Ucraina, cioè l’allargamento a Est della Nato fino all’ingresso dell’Ucraina nell’Alleanza Atlantica. La Russia non accetterà mai un accordo per sedersi ad un tavolo con l’ingresso nella Nato dell’Ucraina. Quindi se si andrà al tavolo negoziale, questo punto salterà perché Mosca non accetterà mai un accordo di pace o un congelamento del conflitto su questi presupposti.
Molti paventano il rischio di una terza guerra mondiale a seguito di questo avvicinamento sempre più evidente tra Nato e Ucraina. Siamo davvero di fronte a questa prospettiva?
Più che la terza guerra mondiale dovrebbe preoccuparci il fatto che Biden ha messo in pericolo l’Europa e i Paesi europei. Tant’è che la Germania sta resistendo ma non ho visto una grande sollevazione, anzi. Paesi come la Polonia hanno addirittura applaudito la decisione di Biden quando in realtà mette in pericolo più l’Europa che gli Stati Uniti. Speriamo che il presidente Trump lavori per una de-escalation e non per un’escalation come sta facendo Biden che in questi due mesi potrà fare ulteriori disastri.