Esteri
Le sette parole della protesta americana per l’assassinio di George Floyd

Dall’arresto della figlia di Di Blasio alla verità sulla morte dell’uomo.
Negli Stati Uniti un virus più potente del Coronavirus ha deciso di cancellare in un solo colpo i virologi, gli infettivologi, i vaccini e la social distancing. Un virus capace di scatenare una violenza che da molti decenni non si vedeva in tutto il Paese.
La morte di George Floyd per un violento arresto/omicidio da parte di quattro membri della polizia di Minneapolis ha scatenato le proteste in tutti gli Stati Uniti. Proteste che non accennano a diminuire. Proteste che risvegliano i fantasmi di un razzismo mai sopito e i mostri di quella parte del paese che mai ha accettato di avere Presidente un repubblicano come Donald Trump.
In questi giorni alle immagini di guerra e saccheggi in tante città , da Washington, a Miami, a Seattle, a Minneapolis, Los Angeles, San Francisco, Oakland e New York e a quelle di ‘black block’ incappucciati che assaltano negozi si uniscono altre immagini, figure e storie che raccontano storie diverse. Sette parole danno il senso di avvenimenti così complessi.
Tra queste la prima in assoluto è ‘ASFISSIA.
La denuncia del legale della famiglia di George Floyd ha di fatto cancellato il tentativo delle autorità di nascondere la vera causa di morte di George. Il County Medical Examiner non aveva trovato alcun segno di asfissia o strangolamento e legava la morte ad altre patologie pregresse. Nell’indagine indipendente è stato invece confermato che l’uomo è morto per asfissia dovuta a compressione del collo durata quasi 9 minuti. Il suo ‘non respiro’ sarà ricordato a lungo.
La seconda è il nome di ANTIFA, un’organizzazione di estrema sinistra di fatto terroristica , nata con l’elezione di Trump per colpire tutto quello che ha un vago sapore di destra. 'Sono loro-ha detto Trump-i veri colpevoli di queste violenze’. Fino ad ora sconosciuta ai più è diventata la vera colpevole della rivolta.
La terza è la MOGLIE del poliziotto ‘assassino’ Derek Chauvin, Kellie ex reginetta di bellezza, che sconvolta dalle immagini del marito che soffocava l’uomo a terra, ha chiesto l’immediato divorzio, ‘devastata dalla morte di George Floyd’.
La quarta è DI BLASIO, anzi le parole che il sindaco di New York, Bill De Blasio, ha detto a proposito dell’arresto della figlia Chiara per le proteste ‘la ammiro profondamente perchè vuole un mondo migliore, più pacifico. Sono orgoglioso del fatto che ci tenga tanto a fare qualcosa per cambiare il mondo’.
La quinta sono le MINACCE di Donald Trump ai Governatori ‘ alcuni di loro sono deboli’ ’Se non si dimostreranno capaci manderemo l’esercito’. E a sorpresa la sua visita alla Saint John Church in mezzo alle proteste.
La sesta sono gli ABBRACCI. Le immagini di poliziotti che abbracciano dimostranti, quelli pacifici, tentando di dimostrare di condividere il senso stesso, quello vero, della protesta. E pure agenti che si mettono in ginocchio per onorare la memoria della incolpevole vittima.
La settima è la parola ‘COPRIFUOCO’ imposto in molte città. Mai gli americani dopo il lockdown si sarebbero aspettati una parola del genere.
Bruciate in qualche giorno tutte le guide lines per il Coronavirus. Mai si sono avuti cosi tanti assembramenti e scontri nelle città americane come adesso, alla faccia delle mascherine e delle distanze di sicurezza.E tutto questo sembra ancora non aver visto la fine.