Esteri

Macron, tanti punti oscuri da chiarire sulla storia del massone Benalla

Pietro Mancini

La storiaccia di Benalla, il “collaboratore” personale, massone, di Macron

Da "L'État c’est moi!", frase attribuita a Re Luigi XIV (anche se non l'avrebbe mai pronunciata), che esprime l'assolutismo monarchico, a "c'est moi le résponsable de l'affare-Benalla" : lo ha detto Emmanuel Macron dopo la bufera sul collaboratore del Presidente, ripreso mentre, il 1 maggio, malmenava i dimostranti, in piazza, coperto dalla Polizia.

L'inquilino dell'Eliseo, dopo aver smentito, con ironia, che Benalla sia il suo giovane amante, ha aggiunto : "Questa non è la Repubblica dei capri espiatori, dell'odio. Non si può essere capi solo nella buona sorte. ..Che vengano a cercarmi ! Io rispondo al popolo sovrano".

Il caso Benalla è inquietante, con molti aspetti da chiarire. Macron non sta ballando a causa di Benalla, ma a causa di se stesso e della sua arroganza inconcludente. Benalla è solo un pretesto.

La vicenda non ha avvicinato, certo, la Francia ad un regime sudamericano, come ha esagerato Mélénchon, il leader massimalista, il "Bertinotti di Marsiglia".. E non è un "affare di stato". Ma, come ha osservato l'ex primo ministro, Manuel Valls, le forze di sicurezza non possono subire le conseguenze dell'oscura attività, con molti aspetti da chiarire, di un "flic", il quale ha ritenuto che tutto gli fosse permesso, in virtù di "malsani favoritismi" (il prefetto di Parigi dixit). BENALLA è un massone, iscritto alla Loggia "Les Chevaliers de l'Espérance" à la Grande Loge Nationale Française. È stato sospeso "à titre conservatoire dès sa mise en examen".

Il"Benallagate" dovrebbe indurre tutti, anche nel bel Paese, dopo l'esternazione di Casaleggio jr. sul superamento delle Camere, a rafforzare l'attuale sistema democratico, a cui gioverebbe molto una più credibile opposizione.

E ad aumentare i controlli, per evitare gli abusi che, in Francia, l'opposizione ha addebitato a Macron, passato, in pochi giorni, dal trionfo dei Mondiali alla bufera, sotto gli attacchi, pesanti e personali, per "Ben il picchiatore".