Esteri

Migranti, francesi "chiagni e fotti": fanno la morale, ma poi manganellano

Di Giuseppe Vatinno

I francesi se la prendono con l'Italia per la gestioni dei flussi, ma loro sono i primi a non accoglierli: l'ultima stretta al loro confine a Sud ne è l'esempio

La richiesta di Tajani, neppure tanto velata, è che Darmanin perda il posto. Perché delle due l’una: o Macron lo caccia o - se non lo fa - è d’accordo e allora si tratterebbe di una crisi diplomatica molto complessa e difficile da risolvere. Cosa non auspicabile neppure per la Francia visto che con l’Italia condivide la situazione esplosiva in Tunisia e Libia e più in generale sulla migrazione africana verso l’Europa ed ha iniziative industriali in comune con noi.

Ricordiamoci che fu proprio la Francia a destabilizzare la Libia di Gheddafi ai tempi di Sarkozy. Il tutto ai danni dell’Italia e dell’Eni per favorire le compagnie petrolifere francesi. Non dimentichiamoci anche le dichiarazioni della ministra per gli Affari Europei Laurence Boone che in una intervista al giornale collaborazionista di Repubblica aveva detto, subito dopo la vittoria di Giorgia Meloni, scimmiottando Ursula von der Leyen: «Saremo molto attenti al rispetto dei valori e delle regole dello Stato di diritto. L’Ue ha già dimostrato di essere vigile nei confronti di altri Paesi come l’Ungheria e la Polonia».

Insomma i francesi sono da sempre nemici dell’Italia e quando possono tirano calci agli stinchi ma questa volta, dal punto di vista diplomatico, l’hanno fatta davvero grossa. La verità è che - al di là delle dichiarazioni di facciata - i migranti non li vuole nessuno e che soprattutto i francesi vogliono rifilare il pacco all’Italia facendo di tutto per non farli entrare nel loro territorio. Sono decenni che il nostro Paese è rimasto con il cerino in mano mentre i migranti diventano sempre più aggressivi e violenti, come a tutti sarà capitato di constatare. Bene hanno fatto Tajani e la Meloni a chiedere scuse ufficiali.