Esteri

Myanmar: liberati i due giornalisti Reuters e amnistia per 6 mila detenuti

Liberati, in Myanmar, due giornalisti dell’agenzia Reuters, Wa Lone e Kyaw Son Oo, arrestati nel 2017 per un'inchiesta sugli abusi ai danni dell'etnia Rohingya

Sono stati liberati, in Myanmar, i due giornalisti dell’agenzia Reuters, Wa Lone e Kyaw Son Oo, arrestati nel dicembre 2017 per un'inchiesta giornalistica sugli abusi nei confronti dell’etnia Rohingya e condannati a settembre scorso a sette anni di carcere per violazione della legge sul segreto di Stato.
La loro liberazione dal carcere di Insein, a Yangon, arriva a oltre cinquecento giorni dall’inizio della loro detenzione e in seguito a un’amnistia presidenziale concessa a 6250 prigionieri, dopo mesi di pressioni internazionali sul Myanmar.     

Al momento dell’arresto, Wa Lone e Kyaw Soe Oo indagavano sulla morte di dieci cittadini di etnia Rohingya e su altri abusi per cui sono sospettati membri dell’esercito del Myanmar nello stato occidentale del Rakhine. Ad aprile scorso, i due erano stati tra i vincitori del premio Pulitzer nella categoria International Reporting. “Sono davvero felice ed emozionato di rivedere la mia famiglia e i miei colleghi”, è stato il primo commento all’uscita dal carcere di Wa Lone. “Non vedo l’ora di tornare in redazione”.    

Il Myanmar è stato a lungo sotto i riflettori e fortemente criticato per l’arresto e la condanna dei due giornalisti Reuters e le accuse di pulizia etnica nei confronti dell’etnia Rohingya, che ha portato oltre 700 mila cittadini del Myanmar a lasciare il Paese per rifugiarsi in Bangladesh. A novembre scorso, la Consigliere di Stato e premio Nobel per la Pace 1991, leader 'de facto' del Paese, Aung Sang Suu Kyi era stata pesantemente criticata per entrambe le vicende dal vice presidente Usa, Mike Pence, durante un incontro a margine del vertice dell’Asia-Pacific Economic Cooperation di Port Moresby, in Papua Nuova Guinea.    

Il ritorno in libertà dei due reporter giunge dopo “mesi di dialogo” con il governo del Myanmar, secondo quanto riporta un adviser del governo di Yangon e rappresentante per l’agenzia britannica, Ara Darzi, e coincide con le iniziative per il Capodanno tradizionale del Paese, il 17 aprile, in cui vengono tradizionalmente liberati prigionieri nel Paese del sud-est asiatico.