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Primarie Labour, si sceglie il dopo Corbyn: ritorno alla “terza via”?
Si sceglie il dopo Corbyn, il 'blairiano' Starmer favorito: la sinistra britannica si ricalibra verso il centro...
Primarie Labour, si sceglie il dopo Corbyn: la sinistra britannica si riscopre moderata
Le “Primarie dem” inglesi, se le vogliamo definire con un termine a noi familiare, hanno una duplice importanza: la prima è che consegneranno il leader che nei prossimi 4 anni e mezzo darà battaglia a Boris Jhonson; la seconda è che indicheranno quale direzione avrà preso la sinistra britannica. Se quella radicale, con poco peso politico per indirizzare l’opinione pubblica – visti i pessimi risultati delle scorse elezioni – o se quella del passato: la “terza via” di Tony Blair che ha ispirato i progressisti europei e americani.
Primarie Labour, 600mila iscritti al voto (oscurato dal virus)
Sono stati circa 600.000 gli iscritti del Partito laburista britannico che si sono recati alle urne e sono stati chiamati a eleggere il nuovo leader dell'opposizione al governo Tory di Boris Johnson al posto del dimissionario Jeremy Corbyn, travolto dalla batosta elettorale di dicembre. I risultati sono attesi oggi, assieme a quelli per la poltrona di vice-leader lasciata libera da Tom Watson, in un'atmosfera oscurata peraltro dall'emergenza coronavirus e dal pessimismo sulla possibilità di rilancio del partito legato sia alla difficoltà di rubare la scena a Johnson - forte in Parlamento di una maggioranza blindata dopo il trionfo alle ultime elezioni politiche - sia alle divisioni interne allo stesso Labour.
Jeremy Corbyn e Rebecca Long-Bailey
"Labour distrutto dalle illusioni di Corbyn. Ora la sinistra torni al centro" Intervista a Giampiero Alhadeff, segretario del Labour Movement of Europe |
Primarie Labour, i candidati in lizza: Keir Starmer, Rebecca Long-Bailey, Lisa Nandy
Lo scrutinio fra gli iscritti e' iniziato il 21 febbraio dopo che nelle fasi preliminari della corsa erano rimasti in gara in tre, un uomo e due donne: Keir Starmer, 57 anni, ex procuratore della Corona del Regno e ministro ombra uscente per la Brexit, dato per favoritissimo contro Rebecca Long-Bailey, finora ministra ombra delle Attività Produttive, e la deputata outsider Lisa Nandy. Starmer, pur proclamandosi fedele alla piattaforma "socialista" rilanciata in questi anni dalla svolta a sinistra del Labour corbyniano (tanto più ora, sullo sfondo degli appelli all'azione dello Stato in economia evocati per il dopo-pandemia persino dai conservatori), rappresenta una scelta più moderata, eurofila ed ecumenica rispetto al 'compagno Jeremy': seppure poco carismatica e apparentemente di transizione.
Keir Starmer, Jeremy Corbyn e Rebecca Long-Bailey
Mentre le più giovani Long-Bailey e Nandy, che miravano a diventare le prime leader donna del partito storicamente più femminista del Regno eppure sempre guidato da uomini, rischiano di pagare l'una l'immagine di eccessiva continuità col corbynismo; e l'altra, più che le sue simpatie tendenzialmente brexiteer, l'eccessiva critica verso un (ex) leader comunque tuttora popolare fra i giovani e in una base dove l'anima rossa è tornata prevalente. Starmer, considerandosi quasi vincitore, ha del resto già teso la mano a entrambe, definendo oggi "positiva" la sfida con loro e invocando da sabato una nuova stagione di "unita'". Per la carica di vice leader i pronostici sono intanto tutti per un'altra reduce del governo ombra attuale, Angela Rayner, da pochi giorni isolata per sospetto contagio da Covid-19, in lizza con 3 ex colleghi del team uscente (Richard Burgon, Dawn Butler, Rosena Allin-Khan) e un solo oppositore irriducibile di Corbyn: il deputato scozzese Ian Murray, paladino di ciò che resta delle idee del defunto New Labour centrista di Tony Blair.