Esteri
Consiglio Ue, Von der Leyen: "Europa in pericolo". Incontro Usa-Ucraina la prossima settimana a Riad
Guerra Ucraina, armi a Kiev e difesa comune europea: a Bruxelles si discute dei temi caldi del momento al consiglio straordinario. Presente anche il presidente ucraino Zelensky

Ursula Von Der Leyen
Ue, Zelensky vede Macron, l'11 marzo incontro militari a Parigi
"Ha tenuto un incontro separato con il presidente francese Emmanuel Macron a margine della riunione del Consiglio europeo tenutasi oggi a Bruxelles. Ho ringraziato Emmanuel per la sua posizione chiara e di principio nel sostenere l'Ucraina e per la necessità di misure nuove e più serie per proteggere l'intera Europa: i nostri popoli, le nostre istituzioni e il nostro stile di vita europeo. Abbiamo discusso della riunione che si sta preparando per l'11 marzo a livello di rappresentanti militari dei Paesi che sono pronti a compiere maggiori sforzi per garantire in modo affidabile la sicurezza nel quadro della fine di questa guerra".
Lo afferma sui social il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky. "Abbiamo coordinato le posizioni e i prossimi passi. Abbiamo una visione comune assolutamente chiara: una pace reale e duratura è possibile grazie all'interazione tra l'Ucraina, tutta l'Europa e l'America. La guerra deve finire il prima possibile", aggiunge.
Ucraina, Axios: colloqui Usa-Kiev mercoledì a Riad
Si terrà a Riad la settimana prossima il nuovo incontro fra Stati Uniti e Ucraina. A riferirlo è il giornalista di Axios Barak Ravid su X. "Due fonti informate mi hanno riferito che mercoledì prossimo alti funzionari statunitensi e ucraini si incontreranno in Arabia Saudita", ha riferito. "Il consigliere per la sicurezza nazionale Waltz e il capo dello staff di Zelensky hanno concordato ieri di tenere l'incontro", ha aggiunto.
Ucraina, Lavrov: "Russia non tollererà truppe Ue e Nato"
La Russia non tollererà la presenza di truppe della Nato in Ucraina. Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov nel corso di una conferenza stampa, spiegando che l'invio di truppe dell'Alleanza Atlantica in Ucraina ''significherebbe un coinvolgimento diretto, ufficiale e aperto dei paesi della Nato nella guerra contro la Russia''.
"Non tollereremo in alcun modo questo tipo di azioni'', ha affermato il capo della diplomazia russa riferendosi al dispiegamento di 'peacekeeper' della Nato in Ucraina. "Questo significherebbe un coinvolgimento diretto, ufficiale e aperto dei paesi Nato nella guerra contro la Russia. Questo non può essere permesso", ha sottolineato.
Facendo riferimento al possibile invio di truppe europee in Ucraina paventato dal presidente francese Emmanuel Macron, Lavrov ha detto che "valuteremo la presenza di queste truppe sul territorio ucraino nello stesso modo in cui abbiamo considerato la potenziale presenza della Nato in Ucraina, perché non importa quali bandiere sventoleranno su questa operazione: bandiere della Ue, bandiere nazionali dei paesi che forniranno i contingenti, non importa quali galloni siano incollati sulle maniche delle uniformi, saranno comunque truppe della Nato, forze dei paesi della Nato''.
Consiglio Ue, Ursula von der Leyen: "Momento spartiacque per l'Europa e Kiev"
“Questo è un momento spartiacque per l'Europa e l'Ucraina come parte della nostra famiglia europea. È anche un momento spartiacque per l'Ucraina. L'Europa affronta un pericolo chiaro e presente, e quindi l'Europa deve essere in grado di proteggersi, di difendersi, così come dobbiamo mettere l'Ucraina in una posizione per proteggersi e spingere per una pace duratura e giusta. Vogliamo una pace con la forza, ed è per questo che oggi presento ai leader il piano di riarmo dell'Europa” Lo ha dichiarato la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, in punto stampa congiunto con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e il presidente del Consiglio europeo, Antonio Costa.
Consiglio Ue, Zelensky: "Non ci sentiamo soli"
Presente al vertice il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky. "Siamo contenti di non essere soli: sentiamo la vostra vicinanza e grazie per il vostro nuovo programma a favore della sicurezza europeo", ha detto Zelensky arrivando al Consiglio straordinario Ue con Ursula von der Leyen e Antonio Costa.
Dalla Difesa comune alle nuovi armi a Kiev: tutti i punti del vertice straordinario Ue
Guerra Ucraina, sostegno a Kiev, fornitura di armi, piano di Difesa europea: tutto pronto per il vertice straordinario dei leader Ue. Lo scopo è giungere a un accordo sulla bozza e non costringere i capi di Stato o di Governo ad affrontarsi al tavolo per approvare la dichiarazione conclusiva. L'obiettivo è evitare che Ungheria o Slovacchia (o entrambe) mettano il veto perché non condividono la parte sull'Ucraina.
"Il presidente del Consiglio europeo, Antonio Costa, ce la metterà tutta per arrivare a un compromesso sulle conclusioni. Non è previsto un piano B", hanno spiegato diverse fonti diplomatico. Il paragrafo delle conclusioni sull'Ucraina - di cui l'Agiha preso visione - prevede cinque condizioni per ogni eventuale negoziato di pace: non possono esserci negoziati sull'Ucraina senza l'Ucraina; non possono esserci negoziati che incidano sulla sicurezza europea senza il coinvolgimento dell'Europa. La sicurezza dell'Ucraina, dell'Europa e del mondo sono interconnesse; qualsiasi tregua o cessate il fuoco può aver luogo solo come parte del processo che porta a un accordo di pace completo; qualsiasi accordo di questo tipo deve essere accompagnato da solide e credibili garanzie di sicurezza per l'Ucraina che contribuiscano a scoraggiare future aggressioni russe; la pace deve rispettare l'indipendenza, la sovranità e l'integrità territoriale dell'Ucraina.
Il dibattito tra i leader - fanno sapere fonti diplomatiche - si terrà nel massimo riserbo, senza cellulare in stanza e con i leader da soli, senza consiglieri diplomatici. Sulle garanzie di sicurezza e' gia' intervenuto il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, al suo arrivo al pre-vertice del Ppe: "Mi pare assolutamente impossibile pensare di garantire la sicurezza dell'Ucraina e dell'Europa senza un solido rapporto transatlantico, senza la Nato. E' fondamentale, l'abbiamo detto fin dal inizio, che senza gli Stati Uniti non si puo' fare". E sull'eventuale veto del premier ungherese, Viktor Orban, si e' espresso invece il presidente del Ppe, Manfred Weber: "Siamo stufi dei suoi blocchi, deve riflettere se vuole essere davvero parte della famiglia europea. E se lo vuole allora deve dimostrarlo con il compromesso".
I Ventisette dovranno pero' confrontarsi anche sul piano per la difesa europea. Il messaggio e' "non possiamo fare senza gli Stati Uniti ma sicuramente dobbiamo fare di piu' da soli". La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, mettera' sul tavolo il piano ReArm Europe. Anche in questo caso sono cinque i punti essenziali: il prestito congiunto da 150 miliardi; la sospensione del Patto di stabilita' per permettere agli Stati di investire nella difesa; la possibilita' di utilizzare i fondi di Coesione per il riarmo; il maggiore impegno della Banca europea per gli investimenti e, infine, l'aumento dei fondi privati. Gli elementi piu' discussi sono i primi due. Sui 150 miliardi di prestiti congiunti i frugali - ben felici comunque che non siano grants - chiedono garanzie sulla destinazione di quei fondi e la possibilita' che siano almeno in parte trasferiti all'Ucraina; cosi' come vorrebbero il coinvolgimento anche di Paesi partner extra-Ue. "Se un'azienda norvegese apre una fabbrica di munizioni nell'Ue, deve poterne beneficiare", ha spiegato un diplomatico.
La Francia insiste invece sulla componente 'Made in Europe' per evitare che una buona percentuale di questi soldi finisca nelle tasche di imprese americane. "Devono essere riservati alle imprese europee per creare posti di lavoro europei", ha confermato Weber. Dal Parlamento europeo arrivano i primi mugugni sulla decisione di ricorrere alla procedura d'urgenza dell'art.122 che prevede un'approvazione a maggioranza qualificata al Consiglio senza passare dal voto dell'aula (essendo appunto procedura d'urgenza). Cosi' come sulla possibilita' di utilizzare i fondi di Coesione. "L'Italia non lo fara'", ha assicurato Tajani. Il dibattito si fa ancora piu' infuocato quando si parla di Patto di stabilita'. I frugali guidati da Paesi Bassi e Austria non vogliono sentire ragioni: si puo' spendere di piu' rispettando le regole attuali.
La Germania, con il futuro cancelliere Friedrich Merz che ha annunciato piu' spese militari per 500 miliardi, sembra abbandonare l'abito frugale e chiedere addirittura di valutare la modifica del Patto di stabilita' per permettere l'estensione della clausola di sospensione per un periodo di tempo maggiore. Infine i leader tornano a fare pressione sulla Banca europea d'Investimento affinche' apra di piu' agli investimenti nella difesa e non si limiti ai settori a uso duale. "L'Unione vuole inviare un segnale chiaro agli investitori privati, tra cui fondi pensione e istituzioni finanziarie, affinche' considerino il settore della difesa un investimento strategico. Le attuali regolamentazioni Esg - che equiparano la difesa a investimenti controversi come il tabacco o il gioco d'azzardo - sono considerate un freno allo sviluppo del settore. Si discute quindi di rimuovere tali barriere "per stimolare un maggiore afflusso di capitali privati", spiega un ambasciatore.
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