Esteri
Gas, la Russia chiude e i prezzi schizzano. Putin aspetta le elezioni tedesche
Ue e Agenzia internazionale dell'energia accusano Gazprom per ritardi e boom dei prezzi. Mosca aspetta Berlino su North Stream 2 prima di riaprire i rubinetti
Il prezzo del gas sale, l'Europa soffre e individua il possibile colpevole: la Russia, che prevede di non aumentare le forniture verso il Vecchio Continente per il prossimo mese nonostante la crisi dei prezzi in corso. Mosca non ci sta e nega. A pochi giorni dalle elezioni parlamentari e governatoriali, il Cremlino torna in polemica con il Vecchio Continente e con l'Agenzia internazionale dell'energia, che ha invitato la Russia ad aumentare i flussi di gas verso l’Europa per attenuare la crisi energetica e rallentare la corsa dei prezzi, saliti del 280% nel corso del 2021.
La partita sul gas con la Russia
"Rispettiamo i contratti di fornitura con l'Europa e i rialzi sono concentrati sui mercati spot", sostiene il portavoce del Cremlino Dmitrij Peskov. L'Europa "preferisce concentrarsi sul mercato spot. E' esattamente il mercato spot che porta a tali salti, come questo aumento dilagante dei prezzi". Non sembra però un caso che la polemica prenda quota alla vigilia delle cruciali elezioni in Germania di domenica 26 settembre. Secondo alcuni analisti, dietro la limitazione delle forniture operate dai player russi ci sarebbe l'intenzione di favorire e velocizzare l'entrata in funzione di North Stream 2, il celeberrismo gasdotto che collegherà Russia e Germania.
Il caso North Stream 2 alla vigilia delle elezioni in Germania
Con l'imminente dipartita politica di Angela Merkel, Vladimir Putin perde il principale sponsor del progetto che ha fatto infuriare gli Stati Uniti e anche alcuni altri paesi europei, a partire di quelli del Baltico. Negli scorsi mesi, i candidati alla cancelleria hanno tutti dichiarato (compreso il favorito Olaf Scholz) di essere pronti a stoppare il completamento del gasdotto qualora Mosca si scopra impegnata in attività considerate ostili alla Germania e ai suoi alleati. La Russia non sta usando tutta la sua capacità di gasdotto disponibile per esportare gas in Europa, ma i funzionari statali e i dirigenti di Gazprom hanno riferito che potrebbe aumentare le vendite di gas in Europa una volta che il gasdotto sarà approvato.
I prezzi intanto aumentano ancora dopo che Gazprom ha rifiutato di prenotare capacità aggiuntiva sui gasdotti ucraini a ottobre e ha prenotato solo un terzo della capacità disponibile del gasdotto Yamal che attraversa la Polonia. Dopo mesi di forniture a rilento e prezzi in rialzo, che si ripercuotono anche sulle bollette (comprese quelle italiane), nei giorni scorsi 40 europarlamentari si sono rivolti alla Commissione chiedendo con forza un'inchiesta sulla possibile manipolazione del mercato da parte di Gazprom, un'azienda statale spesso descritta come braccio energetico della geopolitica russa. Secondo la difesa di Peskov, Gazprom è un fornitore affidabile e anzi sostiene che "siamo vicini ai picchi storici dei volumi di gas forniti agli acquirenti europei".
Il Cremlino in attesa di rassicurazioni da Berlino prima di riaprire i rubinetti
La pensano diversamente i cosiddetti "watchdogs", a partire appunto dall'Agenzia internazionale per l'energia. L'organizzazione, con sede a Parigi, sostiene che la Russia "possa fare maggiori sforzi per garantire un maggiore approvvigionamento di fas in Europa", dando anche un messaggio politico: "Questa è anche un'opportunità per la Russia di sottolineare le sue credenziali come un fornitore affidabile per il mercato europeo". La sensazione di alcuni analisti è che il Cremlino stia di fatto aspettando rassicurazioni dal prossimo governo in pectore tedesco sul completamento del progetto North Stream 2 prima di aprire davvero i rubinetti.
Non sarebbe comunque solo colpa della Russia, il direttore esecutivo Fatih Birol ha citato anche la forte domanda di gas naturale liquefatto in Asia come una ragione per l'aumento dei prezzi, vista la deviazione di parte dei carichi dall'Europa. Secondo Birol, comunque, l'attuale crisi rappresenta un memento per i governi europei di accelerare sulla transizione energetica e le fonti rinnovabili. Nel frattempo si gioca una complessa partita anche geopolitica con il Cremlino.
Tra le tante eredità lasciate dalla cancelliera Merkel, infatti, potrebbe esserci anche quella di una sfida a scacchi con Mosca. L'ostilità di Washington nei confronti di North Stream 2 non è in discussione, ma il placet di Berlino ha consegnato una potenziale arma negoziale sui prezzi del gas in mano alla Russia, che ora sembra deisa a giocarsela fino in fondo. Al nuovo governo tedesco (e non solo) il compito di provare a sbrogliare la matassa ma intanto i prezzi corrono.