Sempre più sangue di studenti in Nicaragua contro il presidente Ortega
La polizia spara sui manifestanti e usa lanciagranate
'Oltre 350 morti, più di 2000 feriti e 200 persone disperse’ è il triste bollettino di guerra della guerra civile in Nicaragua cominciata il 18 aprile scorso.
Lontano dalla lente dei grandi giornali italiani il Nicaragua è un paese che ha un triste primato, quello di avere , nel proprio DNA, una tradizione di guerra civile. Fin dagli anni settanta le piazze del paese spesso si sono riempite di manifestanti, ma questa volta è tutto molto più duro.
Guerra civile in Nicaragua. Per cacciare il dittatore Ortega
Tutto è iniziato da una protesta contro la legge sulle pensioni, una sorta di legge Fornero del Centroamerica, poi la protesta, dopo un’incontrollata e violenta risposta della polizia governativa, è degenerata nelle piazze per chiedere le dimissioni del presidente Daniel Ortega.
E la polizia, davvero da quelle parti non scherza. I proiettili delle armi usate nelle manifestazioni di piazza, secondo quanto dicono i portavoce degli studenti che hanno guidato le proteste, sono veri e non certo di gomma.
Certo perché, se da un lato la polizia agli ordini di Ortega non fa sconti, dall’altro le migliaia di persone che manifestano nelle strade sono più che mai determinate e non intendono fermarsi accusando il Presidente e il suo Governo di stare perpetrando un vero e proprio genocidio.
E pure la Chiesa pare essersi messa dalla parte dei manifestanti, con molti preti a marciare nelle piazze insieme ai cittadini e agli studenti che spesso scappano nelle chiese per difendersi contro la violenza.
‘Non c’è la volontà del Governo-dice la comunità ecclesiastica nicaraguense-di dialogo sincero. Non si cercano le strade migliori per dare soluzione a questa crisi'.
Guerra civile in Nicaragua. Chiesa e Comunità internazionale a difesa dei manifestanti
E in tutto questo come si difende il Governo?
Ritiene giusto e doveroso difendere il paese da chi vuole alterare l’ordine costituzionale e i principi della legge ma non risponde quando le evidenze testimoniano ad esempio che, nelle manifestazioni, vengono usati fucili per franchi tiratori ( i micidiali Catacumbo) e carabine lanciagranate M-79.
La Comunità internazionale, in particolare i portavoce degli Osservatori Americani sui Diritti Umani attribuiscono al Presidente e alla vicepresidente, guarda caso la moglie, la responsabilità di una repressione brutale dove sono state compiute ogni tipo di atrocità.
E pure l’Europa, con l’Alto Commissario, Federica Mogherini si è fatta sentire denunciando come 'deplorevoli gli atti di violenza contro civili e studenti, come pure i ritardi nelle cure mediche dei feriti’.
Una guerra che sembra senza fine, da una parte la gente che chiede le dimissioni dell’intero Governo e dall’altra gli squadroni militari del Governo senza mezze misure.
Il bagno di sangue continua.