Esteri

Siria: Mosca propone una Costituzione laica che riconosca l'autonomia curdi

Una Siria non piu' "araba" che riconosce le autonomie regionali e linguistiche


Una Siria non piu' "araba" che riconosce le autonomie regionali e linguistiche. E' una delle novita' previste dalla nuova bozza di Costituzione per la Siria fatta circolare in questi giorni dalla stampa russa. La bozza e' stata consegnata all'opposizione armata siriana nel corso dei negoziati di Astana, in Kazakhstan, mediati da Turchia, Russia e Iran. Secondo quanto riferisce la stampa russa, il documento sarebbe basato su idee avanzate dal governo di Damasco, dai ribelli siriani e da potenze regionali. L'opposizione, tuttavia, lo avrebbe gia' respinto. Yahya al Aridi, membro della delegazione dei ribelli siriani che ha preso parte ai colloqui di Astana il 23 e 24 gennaio scorsi, avrebbe detto all'agenzia di stampa "Bloomberg" che spetta al popolo siriano scrivere la Costituzione. "I russi hanno messo la bozza di Costituzione sul tavolo e noi non l'abbiamo nemmeno presa in considerazione", ha detto un'altra fonte dell'opposizione citata da "Radio Free Europe".

Mosca ha annunciato che il ministro degli Esteri russo, Sergej Lavrov, incontrera' domani a Mosca rappresentanti dell'opposizione armata siriana ed e' probabile che il colloquio possa vertere anche sul futuro assetto del paese mediorientale. Secondo indiscrezioni della stampa russa, la bozza di Costituzione stabilisce che la parola "araba" venga rimossa dal nome ufficiale del paese. "La repubblica siriana e' un paese sovrano democratico e indipendente basato sui principi della sovranita' popolare, della supremazia della legge, dell'unita' e dell'uguaglianza sociale e del rispetto dei diritti e delle liberta' di tutti i cittadini senza distinzione", si legge nella bozza.

Nel progetto si prevede anche un mandato presidenziale di sette anni, senza diritto di rielezione ed e' esclusa la disposizione in base alla quale il presidente siriano deve essere un musulmano. Inoltre, il documento prevede l'abolizione della sharia (legge islamica) come fonte di diritto. Nel documento gli autori propongono anche di introdurre un sistema parlamentare bicamerale. "La Costituzione abolisce il parlamento unicamerale, sostituito da un parlamento bicamerale formato dall'Assemblea del Popolo e dall'Assemblea delle regioni", riferisce l'agenzia di stampa "Interfax", aggiungendo che in base alla bozza, spetta al parlamento nominare il capo della Banca centrale, cosi' come la nomina dei giudici della Corte costituzionale suprema.

La Russia suggerisce inoltre di ampliare i poteri del parlamento, consentendo all'organo legislativo di dichiarare guerra e mettere sotto accusa il presidente della repubblica. Nella bozza di Costituzione si suggerisce anche di negare alle forze armate qualsiasi possibilita' di interferire nella sfera politica. "Le forze armate e altre forze di sicurezza sono sotto la supervisione della societa' e proteggeranno la Siria e la sua integrita' territoriale. Non devono essere usate come mezzi di oppressione del popolo siriano ne' interferire nella sfera politica. Non devono avere un ruolo nel processo di transizione del potere", si legge nel documento.

La proposta russa stabilisce infine che la Siria resti "uno Stato unitario", concedendo pero' autonomia amministrativa e linguistica alla popolazione curda. Nel documento si riconosce anche "il diritto di altre regioni siriane di scegliere la propria lingua come idioma ufficiale. Qualsiasi perdita di territorio siriano e' inaccettabile - aggiunge il documento -: il cambiamento dei confini statali puo' essere consentito solo attraverso un referendum generale con la partecipazione di tutti i cittadini e sulla base della volonta' del popolo siriano".

Come sottolinea l'agenzia di stampa curdo-irachena "Rudaw", non ci sono menzioni relative al riconoscimento di uno stato curdo in Siria. Viene pero' posto l'accento sulla concessione di maggiore autonomia alla popolazione curda, in linea con la situazione effettiva del paese dove e' gia' presente "di fatto" una regione amministrata dalla minoranza curda che si estende dall'estremo nord est della Siria fino alle coste nord occidentali. I rappresentanti dei tre cantoni del Kurdistan siriano (Rojava) hanno approvato il 17 marzo scorso a Reimlan la Carta per l'istituzione di un'unione federale nel nord del paese. La nuova Federazione riunisce i tre cantoni controllati dai curdi nel nord della Siria, Kobani, Jazira e Afrin e, come ha detto un funzionario dell'amministrazione di Kobani, Idris Nassan, rappresenta tutte le etnie che vivono nell'area: arabi, curdi, armeni, turcomanni, ceceni e siriaci.

L'ipotesi di una divisione federale della Siria, con la creazione di una regione autonoma curda, spaventa pero' la Turchia, diventata negli ultimi mesi il principale interlocutore della Russia nel conflitto siriano. L'espansione curda ha spinto Ankara ad entrare in campo il 24 agosto e ad avviare, con il pretesto della lotta contro lo Stato islamico, un'offensiva volta a contenere l'avanzata delle milizie curde, le Unita' di protezione del popolo (Ypg), considerate dal governo turco un gruppo terroristico affiliato al Partito dei lavoratori del Kurdistan (Pkk).

Il premier turco, Binali Yildirim, da parte sua, si e' detto molto soddisfatto dei risultati dei negoziati di Astana che per la prima volta, seppure solo durante la cerimonia di apertura, hanno visto rappresentanti del governo e dell'opposizione seduti allo stesso tavolo. Dopo i negoziati tuttavia, funzionari turchi hanno riferito al quotidiano "Hurriyet" che l'opposizione armata non avrebbe ricevuto "una bozza di Costituzione", ma solo "dei suggerimenti sul futuro della Siria". I funzionari di Ankara hanno sottolineato che l'unico documento valido e' la risoluzione 2254 del Consiglio di sicurezza dell'Onu sul processo di transizione politica nel paese mediorientale.