Siria, Trump cambia idea. Venti di guerra fredda con la Russia?
Siria, l'atteggiamento di Donald Trump "è molto cambiato" dopo la strage con il gas in Siria, attribuito a Damasco
L'atteggiamento del presidente americano Donald Trump sulla Siria "e' molto cambiato" dopo la strage con il gas di civili inermi nella provincia di Idlib, attribuito al regime di Damasco. Il presidente siriano Bashar al-Assad "e' andato ben oltre la linea rossa" con un indicibile "affronto contro l'umanita", ha tuonato ieri Trump, durante una conferenza stampa congiunta alla Casa Bianca con il re Abdullah di Giordania.
Prima dell'attacco con armi chimiche, l'amministrazione Usa aveva a piu' riprese indicato di voler risolvere la crisi siriana senza intervenire militarmente, con l'aiuto della Russia, grande alleata di Assad, e senza puntare all'uscita di scena del dittatore. Ora le cose potrebbero cambiare, profilando scenari da guerra fredda, con le due super potenze, Stati Uniti e Russia, su fronti opposti in Siria.
"Se il mondo cambia io non resto dove sono. Io cambio e sono orgoglioso di essere flessibile. Quello che e' successo e' inaccettabile per me. Non dico che faro' questo o quello. Quello che faro' lo vedrete.", ha dichiarato Trump, senza precisare dunque quale sara' la risposta Usa.
Il cambio di linea di Trump sulla Siria era stato anticipato ieri dall'ambasciatrice americana all'Onu, Nikki Haley, che ha intimato azioni unilaterali Usa durante la riunione d'emergenza del Consiglio di Sicurezza. "Quando l'Onu continua a fallire nel compiere il suo dovere collettivamente, ci sono momenti in cui gli Stati sono costretti ad agire per proprio conto", ha ammonito la Haley, alzandosi in piedi e mostrando le foto strazianti dei bambini morti nell'attacco.
"Quanti bambini dovranno morire prima che la Russia se ne preoccupi", ha attaccato. "C'e' una sola verita' - ha rincarato la Haley - Assad, la Russia e l'Iran non hanno interesse nella pace". Poco prima il Cremlino aveva respinto la bozza di risoluzione di condanna presentata da Stati Uniti, Francia e Regno Unito, bollando i resoconti dell'attacco come "falsi". Per Mosca, che ha difeso Assad, il bombardamento condotto dall'esercito siriano ha colpito un grande deposito di armi chimiche in mano ai terroristi.
Lo scenario e' paradossalmente molto simile a quello del 2013 quando Assad uso' armi chimiche contro la sua gente uccidendo 1300 persone. Alla presidenza c'era Barack Obama che Trump ora accusa di avergli lasciato in eredita' "un disastro". Nel 2013 Obama fu ad un passo dal lanciare raid aerei in Siria ma venne fermato dal Congresso che voto' contro l'intervento militare. Obama allora autorizzo' la Cia ad armare i ribelli siriani per combattere Assad mentre la coalizione a guida Usa continua ancora oggi a fornire loro supporto di intelligence, training ed equipaggiamenti. Gli Usa sono intervenuti con raid aerei in Siria contro l'Isis, cosi' come in Iraq, ma mai direttamente contro il regime di Bashar al-Assad. "Penso che non sia stata una delle migliori pagine per il nostro Paese. Ora ho io la resposabilita' e me la assumero' con orgoglio", ha affermato Trump, senza mai menzionare Assad o Mosca. Il vice presidente Mike Pence ha poi precisato che per la Siria "tutte le opzioni sono sul tavolo" e che e' arrivato il momento per la Russia di far rispettare a Damasco gli impegni sull'eliminazione delle armi chimiche. Il segretario di Stato americano, Rex Tillerson, che la prossima settimana sara' in Russia, ha infine esortato Mosca a "ripensare attentamente il suo costante supporto al regime di Assad". Per Trump si tratta del primo importante test di politica estera.