Esteri
"Come un mini-Orban", proteste in Slovacchia contro il premier Fico. Il paese si ribella
Le proteste sono iniziate dopo il viaggio di Fico a Mosca per discutere con Vladimir Putin sulle forniture di gas, minacciate dall'Ucraina
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Il premier Robert Fico sotto assedio: le ragioni delle proteste che scuotono la Slovacchia
Proteste in Slovacchia: un'onda di discontento senza precedenti scuote il paese, con decine di migliaia di persone che scendono in piazza ogni venerdì da dicembre 2024 per chiedere le dimissioni del premier Robert Fico. Le accuse rivolte a Fico sono pesanti: viene visto come filoputinista e accusato di malgoverno. Il 7 febbraio, a Bratislava, si sono radunate ben centomila persone, agitando bandiere dell'Europa e della Nato, un chiaro segnale della contrarietà alla sua politica.
Le proteste sono iniziate dopo il viaggio di Fico a Mosca per discutere con Vladimir Putin sulle forniture di gas, minacciate dall'Ucraina. Da allora, ogni settimana i cittadini slovacchi si ritrovano in piazza per esprimere il loro dissenso. Una delle accuse più gravi contro Fico arriva da Peace for Ukraine, uno dei comitati che ha organizzato la manifestazione del 7 febbraio, secondo cui il premier starebbe cercando di trasformare la Slovacchia in una provincia russa. Un'accusa che è diventata ancora più pesante dopo le dichiarazioni di Tibor Gaspar, parlamentare del partito di Fico, che ha ipotizzato l'idea di uscire dall'Unione europea. Nonostante la rapida smentita, questa affermazione ha alimentato ulteriormente le fiamme della protesta.
Oltre alla politica estera, le critiche a Fico riguardano anche la gestione degli affari interni. Dopo la sua rielezione nell'ottobre 2023, ha preso decisioni controversie, come abolire l'unità anticorruzione della polizia, ridurre i tempi di prescrizione per i crimini di corruzione e ridurre le sanzioni per chi paga o riceve tangenti. Ha anche trasformato la tv statale in una cassa di risonanza del governo e ha posto uomini a lui vicini ai vertici di importanti istituzioni culturali.
In molti vedono in lui una versione “mini-Orban”, ma le differenze tra la Slovacchia e l'Ungheria sono significative. Come sottolineato da Beata Balogova, direttrice di Sme, Fico non ha la stessa forza parlamentare di Viktor Orban e manca di una rete legale simile a quella del premier ungherese. Inoltre, i tribunali slovacchi rimangono indipendenti e i principali media continuano a essere liberi, a differenza di quanto avviene in Ungheria, dove gran parte della stampa è sotto il controllo di oligarchi vicini a Orban.
Fico ha risposto con durezza alle proteste, accusando senza prove un gruppo armato georgiano di orchestrare le manifestazioni con il supporto dell'Ucraina e dell'opposizione slovacca, accusandoli di preparare un colpo di Stato.
Oltre agli aspetti politici, le difficoltà economiche hanno contribuito al malcontento. Il blocco delle forniture di gas russo ha fatto lievitare i prezzi dell'energia, mentre l'aumento della pressione fiscale sta colpendo le tasche degli slovacchi. L'economia, con un rapporto deficit/PIL del 5,7%, è in grave difficoltà.
La situazione è tutt’altro che stabile: la coalizione di Fico è in bilico e il suo governo sta perdendo il supporto di alcuni parlamentari. Alcuni membri di Hlas, il partito fondato da ex membri di Smer, hanno abbandonato il gruppo, e anche i rapporti con il Partito Nazionale Slovacco (PNS), di estrema destra, si sono raffreddati, poiché temono che Fico possa sottrarre loro consensi con la sua politica autoritaria.
Le proteste non accennano a fermarsi, e la manifestazione del 21 febbraio sarà un momento particolarmente simbolico, coincidente con l'anniversario della morte del giornalista investigativo Jan Kuciak, ucciso nel 2018 insieme alla sua fidanzata Martina Kusnirova. La morte di Kuciak, che stava investigando su figure legate a Fico, aveva scatenato una serie di proteste che portarono alle dimissioni del premier. Il clima di tensione e di contestazione sembra destinato a proseguire.