Esteri
Slovacchia, Ungheria, Bulgaria. Il ritorno dei filorussi divide l'Est Europa
Dopo circa un anno di stenti dopo l'invasione di Putin, diversi partiti vicini a Mosca stanno riguadagnando posizioni nei paesi Ue
L'ascesa del partito filorusso in Bulgaria. E non solo
I partiti filorussi guadagnano posizioni anche altrove. Per esempio in Bulgaria, dove alle recenti elezioni si è registrata una forte ascesa del partito pro-Russia e anti-UE Vazrazhdane (Rinascita), che ha ottenuto il 14,9% ed è già la terza forza politica del Paese. Il partito ha aggiunto quasi il 5% al suo risultato del voto precedente, grazie alla campagna attiva per un referendum contro l'eurozona.
Sotto la guida di Kostadin Kostadinov, un accademico di 43 anni specializzato in etnografia, Rinascita ha colpito l'elettorato bulgaro dopo aver adottato una posizione di estrema destra, riciclando abitualmente le linee di propaganda del Cremlino e mettendo in discussione il sostegno del governo all'Ucraina nella sua difesa dall'aggressione russa.
Le affermazioni della propaganda russa, come l'affermazione che aiutare l'Ucraina è una china scivolosa che trascinerebbe il Paese in un conflitto aperto con Mosca, sono onnipresenti nella campagna di Rinascita. La Bulgaria, tradizionalmente alleata della Russia, con cui condivide legami linguistici, storici e culturali, è membro della NATO ed è stata un importante fornitore di munizioni, armi leggere e carburante per l'Ucraina. Ma Sofia ha sinora resistito a un coinvolgimento più profondo, come l'invio all'Ucraina di vecchi jet da combattimento sovietici e di armi antiaeree.
Anche altrove diverse forze politiche stanno provando a convincere l'Ue o i governi locali a rivedere la sua posizione su Mosca, anche se diversi di questi partiti non sono al governo o hanno poca presa sulle politiche nazionali. Ma il trend esiste e col tempo potrebbe anche ingigantirsi, riportando su posizioni quantomeno implicitamente favorevoli a Mosca anche partiti con maggiori ruoli istituzionali nei vari paesi europei.