Esteri
Slovacchia, Ungheria, Bulgaria. Il ritorno dei filorussi divide l'Est Europa
Dopo circa un anno di stenti dopo l'invasione di Putin, diversi partiti vicini a Mosca stanno riguadagnando posizioni nei paesi Ue
Prima dell'annuncio di Heger, Fico aveva tra l'altro dichiarato che, se eletto alla guida del prossimo governo, avrebbe posto fine alle forniture di armi della Slovacchia all'Ucraina. Un passo a dir poco rilevante e che può mettere in crisi la posizione di Bruxelles, peraltro adottato da un paese confinante con l'Ucraina.
La linea di apertura al Cremlino di Orban
Non è certo l'unico. Un altro paese Visegrad, l'Ungheria, non ha mai partecipato agli aiuti militari per Kiev. Contrariamente alla risoluzione dell'Unione Europea di mantenere un fronte unito contro la Russia per l'invasione dell'Ucraina, il primo ministro ungherese Viktor Orban ha giurato di mantenere le relazioni con Mosca.
"Manterremo le nostre relazioni economiche con la Russia, e questo è ciò che proponiamo anche ai nostri alleati", ha dichiarato Orban durante il recente discorso annuale sullo stato della nazione. Orban ha affermato che "il governo ungherese non considera realistica l'idea che la Russia sia una minaccia per la sicurezza dell'Ungheria o dell'Europa".
Parlando della guerra, Orban ha sottolineato i rapporti dell'Ungheria con la Russia. Ha detto che anche se l'Ungheria ha fornito aiuti all'Ucraina e rifugio agli ucraini in fuga dalla guerra, ciò ''non significa interrompere i nostri rapporti con la Russia, perché ciò sarebbe contrario ai nostri interessi nazionali''. L'Ungheria dipende fortemente dalla Russia per soddisfare il proprio fabbisogno energetico.
Negli ultimi dieci anni, sotto la guida di Orban, l'Ungheria ha stretto forti legami economici e diplomatici con la Russia. Con Mosca ha anche concluso importanti accordi su petrolio, gas e combustibile nucleare. Non solo. Orban ha anche accusato a più riprese l'Unione Europea di prolungare la guerra.