Esteri
Usa-Messico, 11mila soldati al confine fermeranno migranti e fentanyl? L'esperto: "Mossa tampone"
L'accordo voluto da Trump vede i soldati dei due paesi al confine per una misura di contenimento dagli esiti tutti da dimostrare
Gli 11 mila soldati al confine Usa-Messico fermeranno migranti e fentanyl? Intervista a Stefano Piazza, esperto di sicurezza e terrorismo internazionale
Una delle priorità di Donald Trump, fin dai tempi della campagna elettorale, è stata la lotta all'immigrazione clandestina e quella all'afflusso continuo di fentanyl, entrambe le cose in arrivo dal Messico. E così ecco l'accordo con la presidente messicana non solo sui dazi ma anche sulla sicurezza con la decisione di inviare 11 mila soldati in più al confine proprio per cercare di bloccare l'afflusso di uomini e droga sintetica.
Misure su cui ci sono diversi dubbi. Già in passato infatti i due paesi avevano messo in campo soldati e agenti sempre al confine con risultati però irrilevanti; insomma, dei mezzi fallimenti. Di certo però 11 mila uomini sono per numero un impegno mai visto prima d'ora e quindi da questo punto di vista si potrebbero raggiungere risultati importanti.
Sulla bontà e utilità di questo accordo abbiamo chiesto l'opinione di Stefano Piazza, esperto di sicurezza e terrorismo internazionale.
Che senso ha mettere altri 11 mila soldati al confine Usa -Messico contro l'immigrazione?
"Dal punto di vista politico Donald Trump coglie un successo nell’immediato dato che il Messico minacciato con i dazi ammette il problema tuttavia, non credo servirà a molto nel lungo periodo. Fermare il flusso di fentanyl che è ormai una vera emergenza nazionale negli Usa e bloccare l’arrivo degli immigrati illegali con un po’ di soldati è impossibile. Sicuramente ci sarà una diminuzione degli arrivi e magari anche del fentanyl (che pero’ arriva anche via mare anche dalla Cina), ma si tratta di una misura “tampone” in un Paese il Messico che è dominato dai cartelli della droga.
Il dispiegamento di migliaia di soldati messicani al confine con gli Stati Uniti è stato anticipato da una serie di sparatorie che hanno portato alla chiusura dell’aeroporto di Nuevo Laredo, città di frontiera segnata dalla violenza dei cartelli della droga. L’escalation è avvenuta dopo l’arresto di Ricardo Gonzalez, noto come “El Ricky”, ritenuto un leader del cartello locale. Lo Stato messicano che è corrotto in ogni sua struttura, puo’ fare molto poco e chi prova a intervenire o a raccontare vedi i giornalisti ammazzati, finisce sotto terra".
Cosa servirebbe davvero?
Il Messico come detto è un vero narcostato e l’attuale Presidente che ha sicuramente buone intenzioni, puo’ fare pochissimo senza dimenticare che arrivare viva alla fine del mandato non è scontato perché i Narcos messicani arrivano ovunque e corrompono chiunque. Ci vogliono decenni e uno sforzo sovraumano per cambiare il corso delle cose tra Usa e Messico. In Messico andrebbero distrutti i cartelli della droga e costruire una cultura della legalità.
Mentre negli Stati Uniti andrebbe sviluppato un gigantesco piano sociale per fermare il consumo di fentanyl a partire dalle scuole inoltre andrebbero colpiti tutti coloro che ci guadagnano e non solo i trafficanti ma anche coloro che producono le sostanze che servono a creare il fentanyl e chi ricicla il denaro e parliamo di miliardi di dollari. Il resto sono solo chiacchiere e propaganda e per quanto riguarda gli immigrati clandestini se il Messico fosse un Paese diverso la gente non cercherebbe fortuna altrove. Chi non scapperebbe da un Paese dove chi si oppone ai narcos viene impiccato e resta appeso per giorni sotto i cavalcavia in modo che sia un monito per tutti?
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