Esteri
Sommossa anti - governo in Romania
Proteste contro la legge svuota-carceri
(con la collaborazione di Octaviana Jianu, da Bucarest)
Due disegni di ordinanze d’urgenza del Governo Grideanu suscitano clamore in Romania. Deliberati, almeno ufficialmente, con lo scopo di ridurre il sovraffollamento carcerario come prescrivono le normative europee, i suddetti disegni prevedono, principalmente, la sospensione delle pene non superiori ai 5 anni e di apportare alcune modifiche al Codice Penale, ma tali misure hanno raccolto domenica sera, soltanto a Bucarest, circa 20.000 contestatori ai quali si è unito anche il Capo dello Stato, Klaus Iohannis, un gesto aspramente criticato da Liviu Dragnea, presidente della Camera dei Deputati, nonchè segretario del socialdemocratici romeni, secondo il quale il capo dello Stato sarebbe stato partecipe di una nuova Mineriada che avrebbe segnato, stando alle sue dichiarazioni, l’inizio di un golpe. Iohannis non si lascia indimidire e proprio in queste ore parla di un referendum circa le proposte legislative sostenute dal Governo.
Vediamo ora quali sono i principali aspetti oppugnabili dei due disegni d’ordinanze d’urgenza, ai quali, d’altronde, la stampa romena ha dedicato un generoso spazio di riflessione:
Se ci riferiamo alla legge sulla grazia, essa viene tacciata dai contestatari di superficialità se non proprio di partigianeria e favoritismo. Alcuni testi giornalistici sottolineano una serie di anomalie della suddetta e puntano nello stesso tempo un oscuro suo fine, ovvero, quello della rimozione dei problemi con la Giustizia di alcuni dignitari di cui, in primis, Liviu Dragnea, condannato a 2 anni in via definitiva con sospensione. Infine, si è scritto che la legge sulla grazia non sarebbe una misura destinata ai comuni mortali che gremiscono le carceri rumene, ma una legge ad personam dedicata ad una elite politica in lite con la Giustizia.
Inoltre, c’è da dire che il sospetto di partigianeria piana anche sull’ordinanza d’urgenza che riguarda le modifiche del Codice Penale le quali, in fondo, mirano alla depenalizzazione dell’abuso d’ufficio, essendo esso punibile se passasse la legge, a condizione che vi sia una denuncia formale ed un danno economico non inferiore a circa 45.000 euro.La promulgazione di un progetto legislativo come tale, sostengono gli scettici, porterebbe all’annullamento di un secondo processo intentato a Liviu Dragnea.