Esteri
Spagna, vento in poppa per la Dx: ma il patto Popolari-Vox non decolla
Il presidente dei popolari Feijòo non ci pensa proprio ad unirsi con l'estrema destra, piuttosto punta a una "grande coalizione" con Sanchez e i socialisti
Elezioni politiche spagnole, Vox e Popolari non vanno "a braccetto"
Le elezioni politiche spagnole sono prossime, previste per il 23 luglio. Con le dimissioni di Sanchez dopo la disfatta delle sinistre nelle elezioni amministrative dello scorso 28 maggio, i partiti spagnoli di destra hanno consacrato la propria supremazia tra il consenso popolare.
Non mancano però le resistenze. I nazionalisti di Vox, guidati da Santiago Abascal, hanno proposto un'alleanza ai Popolari ma il presidente, Alberto Nuñez Feijòò, non ne ha nessuna intenzione. Nonostante il trionfo dunque, il fronte per trovare un accordo sui governi regionali non è per nulla compatto.
In proposito, nel corso di convegno economico a Barcellona, Feijòo ha chiarito che lo scopo del PP è ottenere una maggioranza che gli consenta di governare in autonomia dopo il voto politico anticipato del prossimo 23 luglio. In caso contrario, l'ex presidente della Galizia ha espresso l'obiettivo di formare un esecutivo che abbia i numeri sufficienti "per realizzare le riforme di cui il Paese ha bisogno". E un'intesa con Vox non sarebbe uno sbocco obbligato, anzi, Feijòo si è detto disposto a una "grande coalizione" con il Partito Socialista di Pedro Sanchez, "se si presta".
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Destre spagnole, tensioni e ottimismo
Era prevedibile che il presidente dei Popolari non si dimostrasse ben disposto. Solo il 27 maggio infatti, in fase di chiusura della campagna elettorale Abascal lo aveva accusato di "mendicare" i voti del Psoe e rischiando di trasformarsi in un "pericolo per la Spagna e per l'unità nazionale".