Esteri
Taiwan filo indipendentista o filo Pechino? Voto decisivo anche per Cina e Usa
L'isola crocevia della competizione tra le due grandi potenze alle urne
Elezioni Taiwan, urne aperte per il voto decisivo sul futuro dei rapporti con la Cina
Si sono aperte le urne a Taiwan, dove gli elettori dell'isola sono chiamati a scegliere il nuovo presidente in un'elezione chiave per la traiettoria delle relazioni con la Cina nei prossimi quattro anni. In gioco ci sono la pace e la stabilità dell'isola che la Cina rivendica come propria. Le minacce militari di Pechino potrebbero influenzare alcuni elettori contro i candidati indipendentisti, ma gli Stati Uniti si sono impegnati a sostenere qualsiasi governo emerga dal voto. A parte le tensioni con la Cina, le elezioni si basano in gran parte su questioni interne, come il rallentamento dell'economia, l'accessibilità degli alloggi, il divario tra ricchi e poveri e la disoccupazione.
Il vicepresidente Lai Ching-te, rappresentante del Partito democratico progressista, cerca di succedere alla presidente uscente Tsai Ing-wen e di ottenere per il partito indipendentista un terzo mandato presidenziale, come mai accaduto. Lai voterà nella sua città natale, Tainan. Hou Yu-ih, il candidato del Kuomintang, il partito favorito da Pechino, noto anche come Partito nazionalista, voterà a New Taipei City. Il candidato alternativo ai due schieramenti principali, Ko Wen-je del Partito Popolare di Taiwan, che raccoglie consenso soprattutto tra i giovani elettori che cercano un'alternativa ai due partiti 'storici', voterà a Taipei.
Taiwan, Blinken: "La Cina mantenga pace e stabilità durante il voto"
Il capo della diplomazia statunitense, Antony Blinken, ha invitato la Cina "mantenere la pace e la stabilità nello Stretto di Taiwan" durante le elezioni presidenziali sull'Isola. "Il segretario di Stato ha ribadito l'importanza di mantenere la pace e la stabilità nello Stretto di Taiwan e nel Mar Cinese Meridionale", ha dichiarato il portavoce del Dipartimento di Stato Matthew Miller in una nota diffusa al termine dell'incontro di Blinken con Liu Jianchao, capo della divisione internazionale del Comitato centrale del Partito comunista cinese.