Esteri

Taiwan, il Kuomintang sceglie Chiang e si allontana da Pechino

Il principale partito di opposizione di Taiwan ha eletto un nuovo presidente. Xi non ha inviato, come accaduto in passato, una lettera di congratulazioni

Il Kuomintang prova a darsi un futuro. Il principale partito di opposizione di Taiwan, erede del partito nazionalista cinese di Chiang Kai-shek, ha deciso di cambiare leader dopo la sonora sconfitta alle elezioni presidenziali e legislative dello scorso 11 gennaio, nelle quali è stata rieletta la presidente Tsai Ing-wen del Democratic Progressive Party.

Sabato 7 marzo il KMT ha scelto come proprio presidente Chiang Chi-chen (江啟臣), che ha ricevuto 84.860 voti. Il suo unico avversario, l'ex sindaco di Taipei Hau Lung-bin (郝龍斌), ha ottenuto 38.483 voti. Chiang, 48 anni, è esponente della parte giovane del partito, mentre Hau, 67 anni, rappresentava quella più navigata. La vittoria di Chang significa che il KMT vuole provare a dare una svolta alla propria politica dopo le dimissioni dell'ex presidente Wu Den-yih (吳敦義) dopo la batosta dell'11 gennaio.

Chiang ha subito promesso che darà il via a un vasto recruitment di talenti giovani per dare un nuovo volto al partito, allo stesso tempo ripristinandone la "gloria perduta". Dopo gli studi negli Usa, Chiang è entrato in politica e nelle elezioni del 2020 è il candidato KMT ad aver ottenuto il maggior numero di voti. La sua base è la città centrale di Taichung. Segnale negativo dalla percentuale dei votanti, che è stato solo del 35,85 per cento contro il 58,05 per cento del 2017, anche se il dato è influenzato dai timori per l'epidemia da Covid-19 (che per ora Taiwan sta peraltro riuscendo a contenere con successo).

Chiang dovrà farsi carico della missione di dare un futuro politico credibile al KMT. In primo luogo, sulla questione identaria, il tallone d'achille (anche per motivi demografici) del partito, che si è sempre ancorato al "consenso del 1992" con Pechino nel quale si affermava il principio della "unica Cina", pur mantenendo diverse interpretazioni a riguardo con il governo del PCC. Ora, però, serve un aggiornamento. E la sua promessa di "Taiwan first", non deve essere piaciuta più di tanto a Pechino. Non a caso il PCC non ha inviato nessuna lettera di congratulazioni come aveva invece fatto in passato al neo leader KMT.

Più solide le basi di lavoro in materia economica, che potrebbe diventare nuovamente il tema principale nelle prossime elezioni locali del 2022.