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Esteri
Taiwan, un terzo fronte mondiale? La Cina comunista pronta all'attacco

La Cina potrebbe attaccare la Cina nazionalista

 

L’attuale situazione politica internazionale ricorda molto quella che preparò lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale.

Ci sono attualmente in atto due guerre “dichiarate”, quella ucraina e quella palestinese, e molti focolai importanti, tra cui il principale e quello di Taiwan, l’antica Formosa o Cina nazionalista e da non sottovalutare sempre il Kossovo che vede implicati serbi –sostenuti da Mosca- e albanesi- sostenuti da Washington.

Il ragionamento che secando diversi analisti la Cina starebbe facendo è che gli Usa sono attualmente impegnati seriamente su due fronti e che se si aprisse un terzo fronte non ce la farebbero ad arginare anche quello.

Considerando che nell’area c’è anche la Corea del Nord che è una potenza nucleare vicina a Pechino il quadro che ne esce per il mondo non è molto rassicurante.

In effetti Pechino finora si è mossa in maniera felpata e molto ambigua sullo scenario internazionale.

Sta appoggiando, cautamente, la Russia contro l’Ucraina ma più che altro per inviare messaggi neppure tanto in codice a Washington che c’è anche la questione irrisolta di Taiwan.

La Cina sta cercando di far intendere che in cambio di una sua neutralità negli altri due teatri di guerra chiederebbe in prezzo Taipei.

Dopo tutto, dal punto di vista geopolitico, è una richiesta simbolicamente molto rilevante ma in definitiva non troppo esosa per l’Occidente che potrebbe pure accettarla se le cose si mettessero male con Kiev e Gerusalemme.

Viceversa, la discesa diretta in campo della Cina, risulterebbe letale per l’equilibrio geopolitico mondiale e condurrebbe inevitabilmente ad un acuirsi spasmodico delle tensioni internazionali, con il rischio di una Terza Guerra Mondiale nucleare.

Quindi Taipei potrebbe essere sacrificata alla ragion di Stato, producendo però degli inevitabili strascichi con il Giappone che si vedrebbe a questo punto circondato da Cina, Corea del Nord e Taiwan.

E la politica militare giapponese è sempre stata filo – occidentale.

I rapporti tra Cina e Usa sono altalenanti ma il barometro tende al basso, diciamo tempesta. Il vero motivo è commerciale e solo secondario è il controllo del Pacifico.

Gli Usa soffrono molto l’espansionismo cinese che dispone una mano d’opera illimitata a prezzi bassissimi e che guarda sempre più vogliosamente alle risorse pregiate africane, diamanti, terre rare, oro.

Per questo per Washington diviene importante chiudere al più presto la partita Ucraina per concentrarsi sul nuovo pericolosissimo conflitto palestinese.

All’Occidente poco importa la Crimea ma importa moltissimo la stabilità nel Vicino Oriente. La conseguenza è che Zelensky sta rimbalzando, inutilmente, in tutte le segreterie Occidentali per dire “Io ci sono”. Nessuno gli dà più retta. È semplicemente scomparso dopo aver drenato per moltissimi mesi le risorse occidentali, a questo punto inutilmente.

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