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Terremoto Turchia, oltre 20mila morti. L'Italia dichiara lo stato d'emergenza

Della Redazione Esteri

Continuano le operazioni di soccorso; ritrovati altri sopravvissuti sotto le macerie

Terremoto Turchia e Siria, l'Italia dichiara lo stato di emergenza estero

Nella seduta di oggi pomeriggio, 9 febbraio, il governo ha approvato la proposta del ministro per la Protezione civile Nello Musumeci di dichiarare lo stato di emergenza per interventi all'estero "in ragione dell'eccezionale sisma che ha colpito la Turchia e la Siria, il più tragico evento di questo tipo a livello mondiale negli ultimi decenni per le migliaia di vittime che ha causato, per l'alto numero feriti, dispersi e sfollati, oltre che per il numero di edifici pubblici e privati distrutti" ha dichiarato lo stesso Musumeci.

Grazie al comune meccanismo di Protezione civile dell'Unione Europea, infatti, "il governo può così fare il massimo per inviare squadre di soccorso, personale e materiale sanitario, in Turchia e, dopo la richiesta di quel governo, anche in Siria". Lo stato di emergenza avrà validità per sei mesi, e sono stati messi a disposizione 11 milioni di euro che comprendono i costi che verranno sostenuti per il trasporto, l'impiego di materiali e attrezzature e gli oneri relativi al personale impegnato nelle suddette operazioni.

Terremoto Turchia e Siria, oltre 20mila vittime accertate

E intanto continua a crescere il bilancio del violento terremoto che ha scosso Turchia e Siria, che ora è a oltre 20 mila vittime: a riferirlo è il Washington Post. Il precedente aggiornamento, dato dalle autorità governative e sanitarie, era di 16.035 vittime confermate. Intanto non si fermano le operazioni dei soccorritori, tra i quali ci sono anche italiani, che cercano sopravvissuti.

Terremoto Turchia-Siria: a oltre 3 giorni dal sisma, ancora miracolosi salvataggi

A ormai oltre 76 ore dal violento terremoto che, nella notte del 6 febbraio, ha fatto tremare la Turchia meridionale e la Siria settentrionale, si continuano a trovare sopravvissuti sotto le macerie. La cosa ha del miracoloso perché si ritiene che siano le prime 72 le ore utili per trovare persone in vita sotto le macerie. Eppure qualche miracolo c'è stato: le squadre di emergenza che hanno lavorato tutta la notte nella città di Antakya sono riuscite a estrarre una ragazzina dalle rovine di un edificio e due ore dopo hanno estratto vivo anche suo padre, ha riferito l'agenzia di stampa Iha. Anche a Diyarbakir, a Est di Antakya, nelle prime ore del mattino i soccorritori hanno liberato una donna ferita da un edificio crollato, ma hanno trovato i cadaveri di tre persone, accanto a lei, che non ce l'hanno fatta.

Anche un'altra storia che arriva da Belen, nella provincia di Hatay, ha del miracoloso. Dopo 82 ore dallo scoppio del sisma l'Afad, l'autorità ufficiale della Turchia per la gestione dei disastri e delle emergenze, ha tirato fuori dalle macerie di un condominio, ancora viva, una famiglia di 5 persone: padre, madre e tre figli sono stati tratti in salvo tra gli applausi della folla e sono stati affidati alle cure dei medici. 

Terremoto: dopo blocco, Twitter torna a funzionare normalmente in Turchia

E' tornato a funzionare normalmente Twitter in Turchia, dopo che mercoledì sera l'accesso era stato bloccato, in un momento di forti critiche al governo per la gestione dei soccorsi dopo il devastante terremoto di tre giorni fa. Lo ha reso noto Netblocks, la società che monitora la sicurezza informatica e la governance di Internet, aggiungendo che c'è stato un colloquio tra la piattaforma di social media e le autorità turche: secondo un post di Netblocks, il ripristino è avvenuto dopo che le autorità hanno ricordato a Twitter per "i suoi obblighi" in materia di rimozione dei contenuti e disinformazione. Nelle scorse ore, i leader dell'opposizione turca, gli utenti dei social media e numerosi artisti avevano protestato contro il "divieto governativo su Twitter". Il vicepresidente turco Fuat Oktay, che coordina la gestione dei disastri nelle regioni colpite dal terremoto, ha dichiarato mercoledì sera di non avere informazioni sui dettagli, ma che gli era stato detto che c'era un problema tecnico di Twitter e non un ordine per limitarne l'uso.

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