Esteri
Tigray, dopo la tregua la sfilata dei "soldati" catturati. La fiction del Tplf
In particolare un’immagine conquista le prime pagine cartacee e sul web. In essa si vede un serpentone di soldati. La didascalia e l’articolo spiegano che sono soldati dell’esercito federale catturati dal Tplf e fatti sfilare per le strade della capitale prima di essere imprigionati.
Ma è così? Controllando e ricercando la fonte, esce una storia diversa ma non meno interessante.
Partiamo dalla data. Il contesto della cittadina ripresa nella fotografia e la scenografia non sono di fine giugno ma del 9 febbraio 1998. Cioè la foto è di 23 anni fa.
E neppure l’immagine dei soldati, evidentemente incollata per comporre il quadro, è del 29 giugno, ma del 24 febbraio 2021. Una data interessante perché il giorno successivo il governo di Addis Abeba avrebbe divulgato, con un comunicato stampa, l’apertura del Tigray ai media internazionali, “per riferire in modo accurato, veritiero e professionale” la guerra in corso. Sette le agenzie di media internazionali cui è dato accredito, AFP, Al Jazeera, New York Times, France 24, Reuters, BBC, Financial Times. E tra loro l’autore della foto, che in realtà non è uno scatto ma un accurato lavoro di post produzione.
Completando l’analisi va detto che anche le persone che osservano il passaggio dei soldati dall’alto e sui bordi della strada non erano lì nel 1998. Sono comparse post prodotte prima della pubblicazione attuale. Senza entrare troppo nel dettaglio tecnico, va aggiunto che nell’immagine, così come la vediamo, colori e pixel non sono uniformi. Un dato importante che conferma l’ipotesi di ritocco e assemblaggio di immagini differenti.
Per ricapitolare alla foto di Mekellé del 1998 sono stati aggiunti soldati federali che indossano uniformi dell’esercito in dotazione da gennaio 2019. Infatti la loro immagine è del 2021, di aprile però non di fine giugno. Quindi non sfilano come prigionieri dopo un cessate il fuoco che ancora non c’era. Il distretto della scenografia, kebele 17, periferia sud est della città esiste realmente ma ambientazione e protagonisti non vanno a braccetto. Ognuno ha una propria data e un proprio scatto. Il collage, composto per l’orgoglio della vittoria, è un’opera di fantasia, piaciuta molto alla stampa occidentale, oltre che al Tplf.
In conclusione fonti locali che, per ovvi motivi, chiedono l’anonimato, interrogate sullo scatto, dicono che era noto che quelli nell’immagine non fossero soldati federali fatti prigionieri dopo il cessate il fuoco. A testimonianza di ciò mostrano due persone in prima fila nella foto stessa.
Dettaglio della sfilata, i due giovani nelle prime file, non sono soldati dell’esercito federale ma figuranti
Una ragazza che non sarebbe una soldatessa ma una combattente Tplf e il ragazzo con l’asciugamano rosa sulle spalle, che invece sarebbe un medico, come altre immagini dimostrerebbero. Hanno anche aggiunto di sapere che il Tplf è solito arruolare giovani “comparse” per produrre foto come questa. Una specie di cinecittà con attori ingaggiati per raccontare storie e comporre fotogallery, a beneficio di un’opinione pubblica internazionale, da mantenere, possibilmente, disinformata.
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