Esteri

TikTok, gli Usa a ByteDance: "Vendilo". La Cina resiste e pure Trump dice no

di Lorenzo Lamperti

Approda alla Camera americana un disegno di legge per costringere la casa madre cinese a cedere la popolarissima app. Ma Trump dissente e attacca Facebook

Gli  Usa alla cinese ByteDance: "Vendi TikTok per evitare il divieto"

TikTok ha trovato un alleato imprevisto: Donald Trump. Proprio così. Poche settimane dopo che i repubblicani hanno attaccato e criticato Joe Biden per essere sbarcato sulla piattaforma la cui casa madre è cinese (ByteDance), ora il candidato del Partito Repubblicano alle elezioni presidenziali del prossimo novembre critica la richiesta del Congresso americano alla stessa ByteDance di vendere TikTok per evitare un divieto su territorio statunitense.

Facciamo un passo indietro. Giovedì 7 marzo una potente commissione della Camera ha approvato una proposta di legge che potrebbe portare a un divieto nazionale di TikTok su tutti i dispositivi elettronici. La misura, approvata all'unanimità dalla Commissione per l'energia e il commercio della Camera, vieterebbe l'accesso di TikTok agli app store statunitensi, a meno che la piattaforma di social media - utilizzata da circa 170 milioni di americani - non venga scorporata dalla società madre ByteDance, legata alla Cina.

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Se approvata, la legge concederebbe a ByteDance 165 giorni, ovvero poco più di cinque mesi, per vendere TikTok. Se non venisse ceduto entro tale termine, sarebbe illegale per gli operatori di app store come Apple e Google renderlo disponibile per il download. Il disegno di legge prevede divieti simili anche per altre app "controllate da società straniere avversarie". Si tratta della legislazione più aggressiva nei confronti di TikTok che sia uscita da una commissione del Congresso da quando l'anno scorso l'amministratore delegato dell'azienda, Shou Chew, ha testimoniato ai deputati che l'app non rappresenta una minaccia per gli Stati Uniti.

Il disegno di legge è stato presentato all'inizio della settimana con un sostegno bipartisan da Mike Gallagher, repubblicano del Wisconsin, che presiede un comitato ristretto della Camera sulla Cina, e da Raja Krishnamoorthi, deputato democratico dell'Illinois. La legge avrebbe anche il sostegno della Casa Bianca, nonostante Biden sia sbarcato su TikTok per la sua campagna elettorale a inizio febbraio (con tanto di critiche dei repubblicani secondo cui  e del presidente della Camera Mike Johnson, secondo la Cnn.

Trump dice no e attacca Facebook

Chi invece non si è detto d'accordo, forse un po' a sorpresa, è Donald Trump. "Se ci si sbarazza di TikTok, Facebook e Zuckerschmuck raddoppieranno i loro affari", ha detto Trump, riferendosi al colosso tecnologico statunitense e al suo amministratore delegato Mark Zuckerberg. "Non voglio che Facebook, che ha imbrogliato alle ultime elezioni, faccia di meglio", ha accusato. "Loro sono un vero nemico del popolo."

E dire che alla notizia dello sbarco di Biden su TikTok la reazione repubblicana lasciava presagire una strategia diversa. Sostenere che Biden abbia un trattamento di favore nei confronti di TikTok sembrava poter significare sostanzialmente per i Repubblicani dire tre cose in una. La prima: non tutela la sicurezza nazionale degli Stati Uniti. Seconda: Biden è troppo amichevole con la Cina, che invece è il nemico numero uno. Terza: Biden favorisce i giganti stranieri nella competizione con quelli statunitensi. Un ultimo punto con cui i trumpiani sperano di recuperare campo in un settore solitamente molto più vicino ai Democratici, quantomeno prima dell'avvento di Elon Musk.

Ora invece un nuovo, doppio, ribaltone con vista urne. Detto questo, è tutt'altro che scontato che la legge venga approvata in forma definitiva. La prossima settimana passerà alla Camera, mentre la tabella di marcia è molto meno chiara al Senato, dove non esiste un disegno di legge analogo e la presidente democratica della commissione Commercio, Maria Cantwell, non si è impegnata a portare avanti la proposta.

Già in passato si era parlato di ipotesi simili, guarda caso sempre durante la campagna elettorale del 2020, ma non si era mai arrivati a destinazione nonostante i presunti dubbi sui rischi per i dati dei cittadini statunitensi e i legami (sempre solo presunti dato che finora non è stata presentata nessuna prova a riguardo) tra TikTok e il governo cinese. Nel Montana, un giudice federale l’anno scorso ha temporaneamente bloccato un divieto a livello statale su TikTok, definendo la legislazione eccessivamente ampia e minacciando i diritti del primo emendamento degli utenti del Montana di accedere alle informazioni tramite l’app.

TikTok sta ovviamente opponendosi al disegno di legge. In un post su X l'azienda ha scritto: “Questa legislazione ha un risultato predeterminato: il divieto totale di TikTok negli Stati Uniti. Il governo sta tentando di privare 170 milioni di americani del loro diritto costituzionale alla libera espressione. Ciò danneggerà milioni di aziende, negherà un pubblico agli artisti e distruggerà i mezzi di sussistenza di innumerevoli creatori in tutto il Paese”.

TikTok starebbe cercando anche di mobilitare la sua base di utenti. Seondo Cnn, l’azienda ha fornito ad alcuni utenti pop-up a schermo intero nell’app avvertendo che il disegno di legge “priva 170 milioni di americani del loro diritto costituzionale alla libera espressione”. L'invito all'azione si conclude con un collegamento che invita gli utenti a chiamare i propri membri del Congresso ed esprimere la propria opposizione al disegno di legge.

La Cina, nel frattempo, osserva ma secondo il South China Morning Post sarebbe pronta a intervenire qualora la legge fosse approvata da entrambe le camere. "Il governo cinese bloccherebbe la vendita anche se ByteDance e altri investitori cinesi fossero costretti a cedere le loro azioni", ha detto al South China Morning Post Alex Capri, docente senior presso l’Università Nazionale di Singapore. ByteDance potrebbe d'altronde dover affrontare conseguenze legali in Cina se trasferisce la proprietà o la tecnologia negli Stati Uniti senza l’approvazione di Pechino.