Esteri
Trump e il linguaggio: “Parla alla pancia degli Usa ma in Ue sembra un ignorante”
Lorenzo Ricci, firma della rivista di geopolitica Domino, analizza il lessico del tycoon ispirato alla rabbia
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Trump e il linguaggio: “Parla alla pancia degli Usa ma in Ue sembra un ignorante”
Parola di Donald Trump, “La bilancia della giustizia sarà riequilibrata”, “L’età dell’oro dell’America inizia adesso” ma anche “Costruiremo di nuovo l’esercito più forte che il mondo abbia mai visto”, insieme a “Perseguiremo il nostro destino manifesto verso le stelle”: asettico, essenziale, somma di slogan. Ma è questo il linguaggio di Trump? È cambiato rispetto al primo mandato?
Quesiti che affaritaliani.it ha girato a Lorenzo Ricci, firma di Domino, la rivista di geopolitica diretta da Enrico Mentana e curata come direttore editoriale da Dario Fabbri.
Ricci, possiamo parlare di lessico trumpiano? E rispetto al 2017 qualcosa è mutato?
Non so se è totalmente cambiato, posso dire con certezza che l'attacco a Zelensky ha riportato in auge le sue esternazioni più pesanti del primo mandato. Si parlava di un Trump che aveva imparato a relazionarsi, ma in questo primo periodo del secondo mandato stiamo vedendo invece un linguaggio che ricalca, se non eccede, rispetto al passato.
L'attacco a Zelensky si innesta in una sorta di guerra civile tra gli apparati americani. Lui si fa portatore di un malessere profondo per le guerre degli ultimi 20 anni. Gli europei secondo lui hanno sfruttato l'ombrello americano senza spendere”, e così lo sintetizza agli americani.
Negli States lessico e metafore come vengono percepite?
Per quello che si può notare anche l'uso del linguaggio degli esponenti della sua amministrazione è finalizzato a rendere reale la rabbia dell'America profonda. Loro cercando di parlare alla pancia. Come fa anche Musk, anche se non è Trump.
E in Europa? Nella compassatissima Europa che idea si sono fatti i leader?
Sorpresi, storditi da questo primo mese. La percezione è di un ignorante che vuole cercare di imporre la sua agenda e non capisce gli obblighi per il suo Paese. C'è una barriera comunicativa.
Nel 2019 Berenger Viennot nel libro la “Lingua di Trump” la definiva così “Volgare e confusa, farcita di errori sintattici e di frasi che non hanno né capo né coda, di sarcasmi e invettive. La lingua di Trump è uno specchio implacabile della nostra epoca”. E' ancora attuale?
Più che rappresentativo dell'epoca è del suo elettorato. Lui parla soprattutto all'America profonda.