Esteri

Trump e Putin vanno d'accordo perché sono due leader dominanti, carismatici e pragmatici

L'analisi su ciò che unisce il presidente Usa e quello russo

di Alessandro Amadori, politologo e sondaggista

La loro capacità di attrarre e mantenere il sostegno dei propri seguaci è una testimonianza concreta del loro carisma e della loro abilità nel comunicare
 

Che fra il presidente americano Donald Trump, e quello russo Vladimir Putin, vi sia una certa intesa, è innegabile, dal momento che lo dichiarano a chiare lettere i diretti interessati. Ma quali sono le ragioni di questa intesa? Quali fattori la rendono possibile? Dal punto di vista dello studioso di psicopolitica, Trump e Putin sono due figure politiche che, nonostante le differenze culturali e biografiche, mostrano alcune significative somiglianze nel loro approccio alla leadership e alla gestione del potere. Somiglianze che possono spiegare il motivo per cui i due leader hanno spesso trovato un terreno comune nelle loro interazioni, e probabilmente ancora di più lo troveranno in futuro.

Innanzitutto, sia Trump che Putin mostrano, sia pure in forme e con intensità ovviamente molto diverse, una spiccata tendenza verso un approccio autoritario nella gestione del potere. Putin ha consolidato il suo controllo sulla Russia attraverso la centralizzazione del potere, eliminando o neutralizzando gli oppositori politici e gli oligarchi che minacciavano la sua autorità. Trump, che opera in un sistema democratico e non ha propensioni di alcun tipo verso la violenza, ha comunque cercato a sua volta di accentrare il potere, sfidando apertamente le istituzioni e i media che criticavano il suo operato.

In secondo luogo, entrambi i leader hanno ampiamente (ed efficacemente) utilizzato i media come strumento di propaganda, per rafforzare la loro immagine e influenzare l'opinione pubblica. Un certo tratto di narcisismo mediatico li accomuna. Putin ha controllato i media statali per diffondere la sua narrativa e sopprimere le voci dissidenti. Trump ha utilizzato i social media, in particolare Twitter, per comunicare direttamente con i suoi sostenitori, bypassando i media tradizionali che spesso lo criticavano.

In terzo luogo, Trump e Putin hanno fatto entrambi leva sul nazionalismo e sul populismo per consolidare il proprio potere (avendo tutti e due una psicologia capace di cogliere molto bene il “sentiment” dell’opinione pubblica). Putin ha promosso un forte senso di orgoglio nazionale e ha utilizzato la retorica anti-occidentale per unire il popolo russo sotto la sua leadership. Trump ha adottato a sua volta una retorica populista, promettendo di "rendere l'America grande di nuovo" e di proteggere gli interessi dei cittadini comuni americani contro le élite politiche ed economiche.

In quarto luogo, entrambi i leader vogliono ottenere dei risultati concreti nel più breve tempo possibile. Di conseguenza, nonostante le tensioni geopolitiche, Trump e Putin hanno costantemente mostrato un grande pragmatismo nel loro approccio alle relazioni internazionali. E non a caso hanno riconosciuto senza problemi l'importanza di collaborare su questioni strategiche come la sicurezza e l'energia. La loro capacità di negoziare e di trovare compromessi aveva permesso di mantenere una relazione relativamente stabile tra Stati Uniti e Russia durante il primo mandato di Trump. E il secondo è iniziato all’insegna di una sorta di progettualità comune nel definire i nuovi equilibri del mondo e le relative sfere di influenza.

Infine, sia Trump che Putin possiedono personalità dominanti e carismatiche che li rendono figure influenti e polarizzanti. La loro capacità di attrarre e mantenere il sostegno dei propri seguaci è una testimonianza concreta del loro carisma e della loro abilità nel comunicare in modo distintivo e coinvolgente (relativamente ai rispettivi elettorati di riferimento).

In sintesi, sia Trump che Putin sono due dominanti carismatici e pragmatici, orientati a massimizzare i rispettivi vantaggi sul breve termine. Ed è proprio questo nucleo comune di personalità a spiegare la “affinità elettiva” che l’uno pare provare nei confronti dell’altro.

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