Esteri

Trump smentisce la morte di Levinson, nuovo giallo tra Usa e Iran

L'ex agente dell'Fbi è stato dichiarato morto dalla famiglia. Gli usa smentiscono, Teheran non conferma

Gli Usa smentiscono la morte di Levinson

L’ex agente dell’Fbi Robert Levinson è stato dichiarato morto dalla famiglia, ma gli Stati Uniti smentiscono la notizia. Levinson era stato rapito 13 anni fa in Iran, divenendo il più longevo ostaggio statunitense. La famiglia aveva affermato che si trovava sull’Isola di Kish, dov’era scomparso nel 2007, per compiere una missione non autorizzata della Cia. Gli Usa hanno sempre sostenuto che a rapirlo fosse stata l’intelligence iraniana, per poterlo usare come merce di scambio nelle trattative con Whashington.

Dopo anni di incertezze, ieri la famiglia di Levinson ha rilasciato un comunicato in cui dichiara la morte dell’ex agente: “Dopo le informazioni ricevute dalle autorità Usa, si è giunti alla conclusione che Robert Levinson è morto in mano iraniana”. E ha poi aggiunto: "È impossibile descrivere il nostro dolore".

Donald Trump ha subito smentito la notizia, dicendosi da sempre “molto coinvolto” dalla vicenda e definendo Levinson “un grande uomo”, anche se da anni non versava in buone condizioni di salute. "Non accetterò che è morto. Non ci hanno detto che è morto", ha aggiunto il presidente Usa, che a novembre dello scorso anno aveva pubblicamente chiesto a Teheran di rilasciare l'ostaggio americano.

In risposta alle affermazioni di Trump, oggi Alireza Miryousefi, portavoce della missione iraniana all’Onu, ha pubblicato un messaggio su Tweetter per ribadire l’estraneità di Teheran alla vicenda.  "L'Iran ha sempre sostenuto che i suoi funzionari non sono a conoscenza del luogo in cui si trova Levinson e che non è in custodia iraniana. Questi fatti non sono cambiati".