Esteri
Trump, ultimi giorni di indulti per gli uomini del suo cerchio magico
‘Soldi in cambio di grazia’ secondo il New York Times
Nel suo ultimo giorno di presidenza Donald Trump, secondo fonti bene informate dell’area repubblicana, intenderebbe comunicare una nuova lista di persone a cui verrà data la grazia o la commutazione di pena.
Secondo la CNN, il tycoon, che negli ultimi mesi aveva già ‘graziato’ diverse persone a lui vicine, aveva programmato di comunicare i provvedimenti poco a poco per evitare di irritare il mondo politico e soprattutto l’opinione pubblica.
L’assalto al Campidoglio lo ha costretto ad affrettare i tempi e concentrare, in un’unica comunicazione, un elenco corposo di oltre 100 persone.
Tra i beneficiari di commutazioni di condanne e grazie varie molti colletti bianchi e famosi rapper.
Il potere di perdonare reati minori è l'ultimo che gli è rimasto come presidente.
Non sembra pero’, come si pensava, che Trump darà l’indulto a se stesso. Più volte lo aveva annunciato per evitare processi post al ritorno al suo stato di cittadino. Ma questa decisione è slittata per due motivi : il primo è stato l’impeachment causato dall’assalto a Capitol Hill, che ha un peso superiore a qualsiasi indulto; il secondo l’inefficacia di una eventuale grazia su reati federali come quello di evasione fiscale. Un rischio che Trump potrebbe correre con il Tribunale di New York.
Nell’elenco dei graziati potrebbero comparire alcuni membri della famiglia Trump, tra cui la figlia Ivanka e il genero e consigliere, Jared Kushner, molto attivo in politica estera, così come il suo avvocato personale, Rudy Giuliani.
I suoi consiglieri tuttavia, non sono ancora del tutto convinti che farà questo passo così delicato che, di fatto, sarebbe un’ammissione di colpa, soprattutto se nell’elenco figurassero partecipanti all’assalto.
Secondo il quotidiano The New York Times dietro al repubblicano ci sarebbe stata una rete ‘corruttiva’ che avrebbe negoziato con i beneficiari della grazia, danaro a fronte del perdono. Il giornale basa queste pesanti accuse riferendosi a interviste e documenti con oltre una trentina di lobbisti e avvocati di sospetti criminali, tra cui il figlio di un ex governatore dell'Arkansas, il creatore di un negozio di droga online e un membro dell'alta società di Manhattan, condannato per frode.
La giustizia, già a dicembre, stava indagando su una presunta rete di corruzione per ammorbidire la magnanimità di Trump. Le persone coinvolte, tutte secretate, avrebbero promesso "contributi politici sostanziali" in cambio della grazia presidenziale o del rinvio della pena.
Trump nelle settimane precedenti il Natale, aveva accelerato il processo degli indulti con quasi 50 persone in poco più di 24 ore, tra cui due condannati per complotto russo e quattro appaltatori della Blackwater colpevoli di un massacro di civili a Baghdad nel 2007, più tre ex deputati repubblicani condannati per corruzione.
Ma i grossi calibri del maxi indulto sono stati Paul Manafort, il suo ex direttore della campagna; il suo amico ed ex consigliere Roger Stone, condannato a tre anni di carcere per aver mentito al Congresso nelle indagini sul complotto russo, e Charles Kushner, suo suocero, colpevole di evasione fiscale e finanziamento illegale della campagna repubblicana.
Un mese prima, a novembre, aveva graziato l'ex consigliere per la sicurezza nazionale Michael Flynn, condannato per aver mentito due volte all'FBI durante le indagini sul complotto russo. In totale, Trump ha perdonato quattro eminenti rappresentanti dello scandalo dei presunti legami con la Russia dalla sua campagna del 2016, un processo che il presidente uscente aveva sempre definito una "caccia alle streghe".