Esteri
Attenzione ai messaggi in chat prima di andare negli Usa: turista anti-Trump respinto (e non è il solo)
Il caso del ricercatore francese fermato in aeroporto non è isolato. La Germania avverte: rischi per chi viaggia oltreoceano

Turisti europei, strani episodi negli aeroporti degli Stati Uniti. Altro effetto Trump
Da quando Donald Trump è arrivato alla Casa Bianca molte cose sono cambiate negli Stati Uniti e le novità riguardano anche i turisti europei poco graditi. Fermato, interrogato, espulso e messo su un aereo per farlo tornare in Francia. Questa disavventura - in base a quanto risulta a La Repubblica - sarebbe capitata a uno scienziato francese, che andava a una conferenza a Houston, perché gli agenti di frontiera hanno esaminato il suo cellulare e ci hanno trovato dentro frasi critiche nei confronti del presidente Trump. Secondo la ricostruzione fatta dal ministro francese per l’Istruzione Superiore e la Ricerca, Philippe Baptiste, l’episodio è avvenuto il 9 marzo scorso. Uno studioso del Cnrs, impegnato nelle attività spaziali, è arrivato in Texas per partecipare ad una conferenza. Alla dogana gli agenti hanno chiesto di controllare il suo cellulare, e secondo la loro versione ci hanno trovato "messaggi di odio verso Trump, che potrebbero essere qualificati come terrorismo". Quindi lo hanno fermato, messo sul primo aereo e rispedito a casa.
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Ma il caso non è affatto isolato, anche la Germania denuncia altri episodi simili. I tedeschi finiti in cella - riporta Il Corriere della Sera - sono diventati così tanti che il ministero degli Esteri della Germania ha dovuto modificare le raccomandazioni di viaggio per gli Stati Uniti. "Le false dichiarazioni sul motivo del soggiorno o anche un leggero superamento della validità del visto possono portare all’arresto, alla detenzione e all’espulsione", si legge sul sito web. Non è un'avvertenza — come avviene per destinazioni problematiche come il Medio Oriente o alcune aree dell’Africa —, ma poco ci manca. Diversi cittadini europei — turisti, studenti, scienziati — sono stati respinti alla frontiera statunitense o, peggio, portati in centri di permanenza con motivazioni non sempre chiare. E così sempre più europei rinunciano alle vacanze oltreoceano.