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Esteri
Ucraina, a Kiev la Nato c'è già. Presenza (poco) segreta svelata da Scholz
Olaf Scholz e Vladimir Zelensky

Polemiche su Scholz per aver "svelato" la presenza della Nato in Ucraina. Ma ormai non è più un segreto...

L'ex ministro della Difesa britannico Ben Wallace ha attaccato il cancelliere tedesco Olaf Scholz per le dichiarazioni in cui - spiegando perché non avrebbe inviato missili Taurus in Ucraina - è sembrato alludere ad un intervento diretto da parte della Francia e della Gran Bretagna nell'uso dei missili inviati a Kiev.

L'ex ministro britannico ha quindi accusato Scholz "non solo di un uso pericoloso dei fatti, ma anche di fatti spesso sbagliati!". "Il comportamento del cancelliere ha dimostrato che, per quanto riguarda la sicurezza dell'Europa, è l'uomo sbagliato, al posto sbagliato, nel momento sbagliato".

Come ricorda il Corriere della Sera, "ribadendo il rifiuto di spedire a Kiev i missili Taurus perché potrebbero essere usati per colpire Mosca, il leader ha alluso all’assistenza diretta alleata nell’impiego di vettori anglo britannici Scalp/Storm Shadow e nel raggiungimento dei target a lunga distanza".

Ma che la Nato sia già in Ucraina non è un mistero. Ne scrive oggi il Corriere della Sera, parlando di una presenza «segreta» solo per chi vuole crederlo. "Anche perché non è stata neppure nascosta. I primi a muovere, molto prima dell’aggressione russa, gli americani, i polacchi e i baltici. In particolare, la Cia, fin dal 2014, ha rimesso in piedi l’intelligence di Kiev, ha fornito training e materiale per operazioni speciali. Con l’invasione l’agenzia, insieme al Pentagono, ha creato una catena di trasmissione per passare dati precisi e la collaborazione è stata rinforzata da una rete di «avamposti» costruiti con la tecnologia dell’agenzia".

Come ricorda il Corriere della Sera, "il New York Times ha parlato di 12 basi per lo spionaggio dove gli ucraini hanno ricevuto informazioni costanti".






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