Esteri
Ucraina, colpito l’inviato di Repubblica Corrado Zunino: ferito da un drone
L’auto su cui viaggiava il giornalista col suo fixer è stata raggiunta da un drone a Kherson. Tajani: "Sta bene, è seguito dall'ambasciata"
Ucraina, ferito a Kherson il giornalista Corrado Zunino inviato di Repubblica
Ad annunciarlo è lo stesso quotidiano Repubblica, che scrive: "Il nostro inviato Corrado Zunino è stato ferito oggi alle porte di Kherson dopo che l'auto su cui viaggiava con il suo fixer è stata colpita da un drone. Corrado è stato assistito e ricoverato all'ospedale civile di Kherson, per una ferita alla spalla. Non si hanno notizie al momento sulla sorte del suo collaboratore".
Il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha nel frattempo rassicurato sulle condizioni di Zunino: "Sta bene ed è seguito dalla nostra Ambasciata a Kiev. Sono insieme al Ministro Kuleba che mi ha assicurato la collaborazione delle autorità ucraine. Ho espresso solidarietà al direttore Molinari".
Ucraina, colpito l'inviato Corrado Zunino a Kherson: "Ferito ma sto bene, il mio collaboratore è morto"
"E' successo nel viaggio da Kherson verso Odessa. Sto bene, ho una ferita alla spalla destra, sfiorata dal proiettile che ha centrato il mio grande amico Bogdan. Credo sia morto, all'inizio del Ponte di Kherson. Un dolore infinito. Avevo il giubbotto con la scritta Press" è il primo commento di Corrado Zunino, l'inviato di Repubblica ferito in Ucraina, su Twitter.
In viaggio da Kherson verso Odessa. Sto bene, ho una ferita alla spalla destra, sfiorata dal proiettile che ha centrato il mio grande amico Bogdan. Credo sia morto, all'inizio del Ponte di Kherson. Un dolore infinito. Avevo il giubbotto con la scritta Press.
— Corrado Zunino (@corzunino) April 26, 2023
Intercettato mentre si trova a bordo di un'ambulanza che lo sta trasportando a Odessa, Zunino ha ripercorso con l'Adnkronos la dinamica dell'attacco: "La situazione della città di Kherson era relativamente tranquilla, ho sentito due o tre colpi lontano, dall'altra parte del fiume Dnipr, la parte in mano ai russi. Quindi siamo andati in macchina verso il ponte". Un ponte che in realtà "non si può attraversare perché è stato abbattuto in due punti -spiega il cronista- ma tra il 20 e il 22 aprile alcune forze ucraine erano riuscite ad andare nell'immediata zona successiva a quella in mano ai russi. Ecco, noi eravamo all'inizio del ponte dalla parte ucraina".
A quel punto, Zunino e il collega Bitik lasciano la macchina e si avviano a piedi. "Siamo scesi, i militari ucraini ci hanno urlato 'go away! (andate via!, ndr). Ce ne siamo andati via subito, ho sentito che tra loro dicevano 'press!' (stampa, ndr). Mentre io ero di spalle, Bodran era invece ancora col petto verso la parte russa. In quel momento ho sentito un sibilo, una sensazione che posso definire di bruciore sulla spalla e ho visto Bogran stramazzare a terra". Il giornalista a quel punto applica le regole di guerra che conosce bene. "Io, come ti insegnano nei corsi che facciamo, sono andato via dalla zona di tiro, mi sono girato una volta e lui era fermo sul ponte. Mi hanno detto mezz'ora fa che era ancora sul ponte, e che non vanno a recuperarlo perché è zona di tiro. Quindi presumo sia morto" ha continuato Zunino terminando la frase con fatica.