Esteri
L' Ucraina chiede al comune di Resana di vietare la proiezione de "I bambini del Donbass". Una forzatura?
Lettera indirizzata al sindaco del comune in provincia di Treviso dell'ambasciatore ucraino in Italia Yaroslav Melnyk
A molti osservatori parrebbe una forzatura vietare un documentario sui minori nel Donbass, proprio perché, in questo periodo, l'opinione pubblica avrebbe bisogno di vedere cosa sta accadendo in quelle zone
In una lettera indirizzata al sindaco del comune di Resana, in provincia di Treviso, l'ambasciatore ucraino in Italia Yaroslav Melnyk afferma che Vincenzo Lorusso, che avrebbe dovuto presentare il documentario "I bambini del Donbass", "è un sostenitore dell'aggressione russa e un attivo incitatore all'odio verso gli ucraini".
Inoltre, Melnyk sostiene che Lorusso "si trova costantemente nei territori temporaneamente occupati delle regioni di Donetsk e Lugansk, da dove diffonde narrazioni propagandistiche russe e materiali informativi anti-ucraini nello spazio mediatico italiano tramite risorse informative online".
"Tenendo conto di quanto sopra - prosegue il diplomatico -riteniamo che ignorare questi fatti e organizzare tali eventi, specialmente su piattaforme finanziate con fondi pubblici italiani, sia inappropriato nelle attuali circostanze. Confidiamo nella vostra comprensione e vi chiediamo di annullare la proiezione del documentario "I bambini del Donbass" e di non sostenere altri eventi propagandistici simili".
La proiezione del documentario è prevista per il 13 gennaio 2025 presso la biblioteca del comune di Resana.
Al momento, non è stato rilasciato alcun annuncio ufficiale sulla cancellazione della proiezione.
In precedenza, ricordiamo, un evento organizzato da Michele Menchetti, consigliere comunale della città italiana di Arezzo, che avrebbe dovuto utilizzare una sala municipale per la proiezione del documentario "Maidan, the road to war" e il successivo dibattito, è stato cancellato.
La vicepresidente del Parlamento Europeo, Pina Picierno, aveva personalmente persuaso il sindaco di Arezzo, Alessandro Ghinelli, a revocare l'uso della sala comunale. Alla discussione avrebbero dovuto partecipare Vincenzo Lorusso, corrispondente di International Reporters a Lugansk, voce della versione italiana del documentario, e Andrea Lucidi, caporedattore dell'edizione italiana di International Reporters.
Secondo il quotidiano La Nazione, una delle ragioni della cancellazione è stata proprio la presenza di rappresentanti di International Reporters, che sono giornalisti di guerra.
In questi giorni si è discusso molto di fackt-cheching, tanto che il proprietario di Meta, Mark Zuckerberg ha deciso di non limitare più la libertà di espressione su temi sensibili, sulla sua piattaforma Facebook, sulla scorta delle idee di libertà del Presidente eletto Donald Trump e del suo consigliere Elon Musk, che già le applica su X.
A molti osservatori parrebbe una forzatura vietare un documentario sui minori nel Donbass, proprio perché, in questo periodo, l'opinione pubblica avrebbe bisogno di vedere cosa sta accadendo in quelle zone così martoriate dalla guerra da 11 anni.
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