Esteri

Ucraina, soldati addestrati dalla Nato. Il militare russo: "Ho visto torture"

Il tenente russo che ha disertato: "Militari ubriachi, ho visto torture e saccheggi"

Militari ucraini addestrati dalla Nato, il militare russo disertore: "Situazione fuori controllo"

Mentre alla Conferenza sulla Sicurezza di Monaco di Baviera si cerca un complesso equilibrio, arrivano novità dal campo. Come racconta il Corriere della Sera, "la Nato prova a tenere il passo in vista delle prossime settimane attraverso l’addestramento degli ucraini all’uso dei nuovi equipaggiamenti, ma anche a condurre manovre integrate. Il Pentagono ha annunciato la fine del corso per 635 uomini in Germania, al poligono di Grafenwöhr. Sono gli equipaggi peri blindati Bradley — arrivati da qualche giorno in buon numero — e peri cannoni semoventi M109 Paladin".

Come spiega il Corriere della Sera, si è trattato di "un addestramento di appena cinque settimane, tappe forzate per accelerare i tempi. Altri 710 elementi sono pronti peril secondo scaglione ed è prevista un’ attività simile per artiglieri e militari che riceveranno i blindo Stryker. La Gran Bretagna, invece, ha rivelato di averne preparati 10 mila, e che espanderà il programma — condotto con la partecipazione di istruttori di Paesi partner — ad altri 20 mila".

Sempre il Corriere della Sera ha intervistato Konstantin Yefremov, 33 anni, ufficiale a capo di un’unità di sminamento della 42a divisione fucilieri dell’esercito russo e disertore. "Ero in Crimea, il 27 febbraio mi hanno mandato con la mia squadra di venti persone a Bilmak, vicino a Melitopol", racconta, dicendo di non aver capito che si sarebbe entrati in guerra. "Pensavamo fossero le solite minacce di Putin. Bombardavano e marchiavano i mezzi con la lettera Z. Ho chiesto di lasciare l’esercito".

Il militare racconta al Corriere della Sera che "quasi tutti" erano contro la guerra." La maggior parte di noi si è arruolato perché povero. Vengo da un villaggio del Caucaso, nel 2013 sono entrato nell’esercito per aiutare mia madre. Nessuno dei miei voleva uccidere gli ucraini, abbiamo amici e parenti che vengono da lì". L'ex tenente dice poi di aver "visto torturare. Ho assistito a quelle di tre uomini, tra cui un cecchino. Il comandante ha preso una mazza di legno e gliela picchiava sulle dita, sulle ginocchia, gli ha rotto il naso e i denti. Quando beveva faceva anche peggio. Ha sparato alle mani e ai piedi di un prigioniero". Tra le altre cose della ricca intervista al Corriere della Sera, il militare russo dice anche che la maggior parte dei soldati non sono professionisti e che sul campo di battaglia scorrerebbe molto alcol e la situazione "è fuori controllo".