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Dietro il massacro di Sumy. "Putin sta forzando la mano, sa che il suo tempo è limitato"

Svelati i motivi del terribile attacco della domenica delle palme: strage di civili (compresi bambini)

di Redazione Esteri

Russia, uno dei più grandi amici di Putin esce allo scoperto: "Ecco che cosa pensa davvero di Trump"

La guerra in Ucraina non si ferma, nonostante le parole e i tentativi di mediazione tra Usa e Russia, Putin sta intensificando gli attacchi e quello compiuto dai suoi soldati a Sumy è stato uno dei più tremendi, strage di civili, morti anche bambini. Uno degli uomini più vicini al presidente russo, o almeno uno di quelli che lo conosce meglio, visto che erano grandi amici, svela che cosa sta succedendo. "Putin - spiega Aleksej Venediktov a Il Corriere della Sera - sta forzando la mano, sa che il suo tempo è limitato. Adesso finalmente vedremo quale sarà la reazione di Donald Trump. La Russia - dice - non è affatto contenta di questi colloqui con gli Stati Uniti. Perché comunque il presidente americano sta premendo, questo è senz’altro vero. Putin lo considera una variabile inattesa. L’imprevedibilità del presidente Usa crea molto disagio al Cremlino".

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"Con la semplice tregua, - prosegue Venediktov a Il Corriere - non finirà nulla. Bisogna separare i sogni dalla realtà. Putin non vuole la pace, e secondo me neppure Zelensky. Per ragioni diverse, ovviamente. Putin non ha raggiunto i suoi obiettivi, e quindi sta accelerando. Sta cercando una via più veloce, con altre armi, magari con una mobilitazione camuffata. Siccome non si farà dettare la fine delle ostilità da un presidente Usa lunatico, sta forzando la mano. Lo scopo di Putin è di parlare da pari a pari con gli americani. Per lui, anche questo significa ristabilire una giustizia storica: un ritorno ai tempi dell’Urss. Questo è il suo scopo. Perché si trattano solo scambi di detenuti americani? Perché a Putin non interessa più nulla degli europei. Ai suoi dice: cos’è e chi sono, l’Europa e gli europei? Il loro presidente chi è? E cosa decide? Lui ragiona solo in termini di potere. E non riesce a concepire un potere diviso tra ventisette Stati sovrani".

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