Esteri
Ucraina, tra Biden e Putin solo minacce. Gli Usa vogliono i militari italiani
Il pressing Usa dietro la mossa di ritirare i diplomatici. E ora si preme per l'invio di mille militari italiani da dispiegare tra Bulgaria e Ungheria
Ucraina, niente svolta nella telefonata tra Biden e Putin
Nessuna svolta. La telefonata tra Joe Biden e Vladimir Putin è servita solo per presentare le rispettive minacce, ma non è stata trovata nessuna soluzione sulla crisi in Ucraina che minaccia sempre di più di condurre alla guerra. In una telefonata durata poco più di un'ora, i due leader hanno sostanzialmente ribadito le proprie posizioni. Joe Biden ha avvertito che in caso di attacco l'Occidente risponderà in modo "deciso". La Casa Bianca fa sapere, infatti, che "il presidente Biden ha parlato con il presidente Vladimir Putin per chiarire che se la Russia invaderà l'Ucraina gli Stati Uniti e i nostri alleati imporranno rapidi e pesanti costi alla Russia. Il presidente Biden ha quindi esortato Putin nella risoluzione dell'escalation e nella diplomazia".
Ucraina, Russia: "Invasione? Gli Usa alimentano l'isteria"
E se il Cremlino conferma che i leader si sono detti d'accordo nel proseguire il dialogo, Mosca non risparmia una stoccata, parlando di "isteria americana al suo apogeo". Ushakov, infatti, ha sottolineato come "gli americani stanno ingrossando in modo artificioso l'isteria sulla cosiddetta invasione russa pianificata, nominando persino le date di questa invasione, e parallelamente, insieme agli alleati, stanno pompando i muscoli militari dell'Ucraina". Poco promettenti erano state le premesse, dopo la telefonata preparatoria tra i responsabili delle rispettive diplomazie. Se Antony Blinken ha parlato di "segnali molto preoccupanti di un'escalation della Russia, come l'arrivo di nuove truppe al confine con l'Ucraina", Serghei Lavrov e' tornato ad accusare l'Occidente di aver "ignorato" le richieste di Mosca sulla sicurezza.
E ora che si fa? Scrive Repubblica: "Secondo autorevoli fonti di intelligence alleate, l’escalation militare russa negli ultimi giorni è stata molto intensa. Davanti ai confini ucraini, lungo l’intero dispositivo che accerchia il paese dalla Bielorussia fino alla Crimea, sono schierati al momento 95 Gruppi tattici di battaglione (Btg). In genere in queste regioni sono stanziati stabilmente 30 battaglioni e quindi c’è stato un incremento di oltre due terzi. Entro domani è previsto che ne arrivino altri 17, avvicinando il totale ai 120 Btg che Putin considera la soglia critica necessaria per lanciare l’attacco. Tra 100 e 110mila uomini, pronti a invadere".
Il pressing Usa dietro la mossa di ritirare i diplomatici. E ora si preme per l'invio di militari
Il piano segreto intercettato dall'intelligence, scrive Repubblica, sarebbe quello di suscitare una provocazione per poi arrivare all'offensiva. Ma intanto Washington è in pressing altissimo su tutti i partner europei, Italia compresa. Da un lato per far lasciare l'Ucraina ai diplomatici. "Ci sono volute due settimane perché i maggiori paesi dell’Unione Europea, Italia compresa, decidessero di cedere al pressing americano e invitare i loro connazionali a lasciare l’Ucraina, insieme a parte del personale diplomatico", scrive la Stampa. "Ieri, alla fine, l’allineamento del fronte occidentale è stato compatto. E quanto deciso dall’Unità di crisi della Farnesina - richiamare i circa 2 mila connazionali presenti in Ucraina e sconsigliare viaggi in questa fase - è stato condiviso con i rappresentanti dell’Unione europea a Kiev, riuniti in una seduta d’emergenza, che insieme hanno convenuto sulla necessità di lanciare un segnale alla Russia, procedendo a una riduzione della presenza sul territorio".
Anche se i dubbi sull’operazione restano – fanno sapere fonti diplomatiche europee citate da La Stampa - "ma le indicazioni arrivate dagli americani sulle date di un presunto attacco russo hanno reso impossibile comportarsi diversamente". Ma il pressing della Casa Bianca potrebbe portare presto anche l'Italia a dover sostituire i diplomatici coi militari. Secondo Repubblica sarebbero pronti mille militari italiani per rafforzare il fianco Sud-Est dei confini europei: potrebbero essere dislocati in Bulgaria e Ungheria. "La decisione verrà presa a Bruxelles al vertice Nato Ma serve il via libera dei Paesi ospitanti e l’autorizzazione delle Camere", scrive Repubblica.