Esteri
Ue, altro che guerra: gli affari con Putin mai interrotti. Boom dell'export
Dal 2022 sono esplosi gli scambi verso i paesi ex sovietici. Il caso del Kyrgyzstan: +1.000%. Così si aggirano facilmente le sanzioni a Mosca
Ue, i veri numeri sulle sanzioni alla Russia: è esploso l'export verso i Paesi del Caucaso
Le conseguenze dello scoppio della guerra in Ucraina sembravano aver portato all'interruzione totale del commercio tra Europa e Russia, così come con i Paesi di influenza russa, ma in realtà le cose non stanno così. Gli scambi commerciali ad esempio con i Paesi del Caucaso - secondo l’economista Robin Brooks di Brookings e lo riporta La Stampa - sono continuati a ritmo di record. L’esempio più significativo è quello dell’Italia e della Germania con il Kyrgyzstan. In ambo i casi, le esportazioni sono aumentate del 1.000% in termini nominali. Per Roma parliamo di valori, a fine 2023, di circa 231 milioni di euro (dati Onu). Erano 26 milioni a fine 2021, alla vigilia dell’invasione russa in Ucraina.
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Le sanzioni contro la Russia - secondo Brooks - sono "sistematicamente eluse", così come secondo uno degli ultimi rapporti della Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo (Ebrd). L’esempio più significativo di come vengono aggirate le sanzioni contro Mosca - prosegue La Stampa - è rappresentato dalla regione di Talas, zona montagnosa del Kyrgyzstan. Secondo i dati del Fondo monetario internazionale snocciolati da Brooks, e confermati da Washington, nel 2022 e nel 2023 le merci trasportate nel Talas sono state rispettivamente di 11,8 milioni e 14,9 milioni di tonnellate. Nel 2021, prima dell’invasione russa in Ucraina, il computo si era fermato a quota 2,7 milioni di tonnellate.