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Ue, Fitto e Ribera saranno vicepresidenti: trovato l'accordo. Meloni: l’Italia ritrova centralità

di Redazione Esteri

In tarda serata popolari e socialisti siglano l'intesa. Via libera al von der Leyen bis

Ue, fumata bianca: Fitto sarà vicepresidente. Esulta Meloni

Ora è quasi ufficiale, manca la formalità del voto all'Europarlamento ma i partiti che compongono la maggioranza Ursula hanno dato il via libera. Raffaele Fitto e Teresa Ribera saranno vicepresidenti dell'Ue e von der Leyen potrà iniziare il suo secondo mandato come presidente della Commissione. L’ultimo braccio di ferro tra popolari e socialisti sulla vicepresidente esecutiva Teresa Ribera con ricadute su Raffaele Fitto e Henna Virkkunen - riporta Il Corriere della Sera - è finito con il via libera dei tre a tarda sera, mentre gli altri tre vicepresidenti esecutivi — Kaja Kallas, Roxana Mînzatu, Stéphane Séjourné, — erano stati "promossi" almeno un paio d’ore prima così come il commissario ungherese con delega alla Salute e al Benessere animale, Olivér Várhelyi, seppure con le deleghe ridotte.

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Soddisfatta la premier Meloni per la quale la vicepresidenza a Fitto "è la conferma di una ritrovata centralità dell’Italia in ambito europeo. Abbiamo ottenuto un portafoglio di peso e il coordinamento di deleghe strategiche per la nostra Nazione e per l’Europa intera: come l’agricoltura, la pesca, l’economia del mare, i trasporti e il turismo. Questa indicazione - scrive Meloni sui social -  è la conferma di una ritrovata centralità dell’Italia in ambito europeo, all’altezza del nostro ruolo come Stato fondatore della Ue, seconda manifattura d’Europa e terza economia del Continente”, conclude Giorgia Meloni.Hanno votato per Fitto: Ppe, S&D, Renew, Ecr, Patrioti e Sovranisti. Verdi e Sinistra, di cui fa parte il M5S, contro. Fitto, Ribera, Kallas, Mînzatu, Séjourné e Virkkunen erano stati ascoltati dagli eurodeputati il 12 novembre scorso ma il giudizio su di loro è stato rinviato "a data da destinarsi", ostaggio di una guerra tra Popolari e Socialisti. Alle 19 di ieri sono stati convocati i coordinatori delle commissioni competenti per esprimere il giudizio sui presidenti designati e sul commissario ungherese: ultimo passo formale — la "promozione" —, prima del voto in plenaria a Strasburgo il 27 novembre, che presenta ora alcune incognite.

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