Esteri
Usa, Mike Pence in Italia (e in Vaticano). Obiettivo: arginare la Cina
Il vice di Trump in pressing sul Vaticano e sul governo in funzione anti Cina. Continua la sfida "italiana" tra Washington e Pechino
Il pressing degli Stati Uniti sull'Italia riprende. Un pressing che, a dirla tutta, non si è mai interrotto sin dallo scorso marzo, quando il governo gialloverde ha firmato l'adesione alla Nuova Via della Seta cinese. Venerdì 24 gennaio arriva nel nostro paese Mike Pence, il vicepresidente degli Usa. Il numero due di Donald Trump incontrerà Papa Francesco e i massimi livelli della politica italiana.
Pence sarà ricevuto in udienza in Vaticano nella mattinata di venerdì, come reso noto dalla sala stampa della Santa Sede, prima di incontrare esponenti del governo giallorosso. L'obiettivo numero uno è chiaro: arginare la Cina, che di recente ha esteso la sua influenza sull'Italia dopo l'adesione del nostro paese alla Belt and Road Initiative. Ma la manovra di pressing sarà esercitata anche sulla Santa Sede, anch'essa sempre più vicina a Pechino.
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La visita di Pence arriva infatti in un momento nel quale l'Italia, così come tanti altri paesin europei, è chiamata a prendere una decisione sulla partecipazione o meno del colosso di Shenzhen, Huawei, allo sviluppo della rete 5G. Una partecipazione che a Washington vedono come fumo negli occhi, come già abbondamente ripetuto in svariate sedi sia dal segretario di Stato Mike Pompeo, sia dallo stesso Trump che in un incontro con Giuseppe Conte allo scorso vertice Nato si era sbilanciato (salvo poi essere smentito dal presidente del Consiglio) in materia.
Allo stesso tempo, Pence proverà a capire in Vaticano i margini di manovra per provare a bloccare l'avvicinamento diplomatico con Pechino. Dopo l'accordo sulla nomina dei vescovi del 2018 (accordo da rinnovare il prossimo autunno), sembra sempre più vicina la visita papale in Cina. Lo stesso Bergoglio ha apertamente dichiarato che "ama" la Cina e ha il desiderio di visitarla, durante il volo di ritorno a Roma dal Giappone. Una visita che porterebbe all'istituzione di una relazione diplomatica ufficiale, con la Santa Sede che cambierebbe barricata interrompendo il rapporto con Taiwan, perno della strategia operativa americana di contenimento della Cina nel Pacifico. Pence vorrà provare a capire se e in che modo Washington può ancora incidere in materia. Il successo in tal senso, nell'ottica americana, è difficile da raggiungere, visti i rapporti non idilliaci tra Bergoglio e la Casa Bianca e il lavoro della gerarchia vaticana per completare lo storico riavvicinamento a Pechino. E nel frattempo la neoeletta presidente di Taiwan, Tsai Ing-wen, ha scritto proprio a Bergoglio per lamentare "le pressioni cinesi".
Il focus sarà anche sulla cooperazione militare, con Pence che riaffermerà il ruolo delle basi militari a stelle e strisce sul territorio italiano. Anche qui, in un momento delicato viste le turbolenze in Medio Oriente, con l'Italia che è comunque rimasta in Iraq a sostegno dell'azione di Washington. La partita, per ora a scacchi, continua. L'Italia è (almeno in parte) il tavolo da gioco.