Esteri

Assange, Trump potrebbe concedere la grazia. L'indiscrezione

L'ex talpa della Cia Snowden ritwitta il messaggio di un pastore televangelico vicino al presidente

Edward Snowden "spera molto che sia vero" che Donald Trump prima di lasciare la Casa Bianca concederà la grazia a Julian Assange, come su Twitter ha scritto il pastore televangelico, grande alleato politico di Trump, Mark Burns. "Il caso contro Assange è basato su un teorema giudiziario che criminalizzerebbe il lavoro di ogni giornalista, sia in patria che all'estero", aggiunge sempre su Twitter l'ex talpa della Cia che si è rifugiato in Russia dopo aver svelato al mondo i programmi segreti di intercettazione dei servizi dei servizi americani. L'idea di un possibile un provvedimento di grazia di Trump nei confronti del fondatore di Wilileaks, che è detenuto in Gran Bretagna dove il prossimo 4 gennaio è attesa la decisione sulla richiesta di estradizione negli Usa, non è nuova.

Durante il processo a Londra già Trump avrebbe offerto ad Assange la grazia se questi avesse detto che la Russia non aveva avuto alcun ruolo nella pubblicazione da parte di Wikileaks delle mail rubate ai democratici durante la campagna elettorale del 2016. I legali di Assange hanno precisato che l'offerta sarebbe stata fatta nell'agosto del 2017 dall'allora deputato repubblicano Dana Rohrabacher e da una persona vicina a Trump, Charles Johnson, durante un incontro che ebbero con il fondatore di Wikileaks nell'ambasciata dell'Ecuador a Londra dove è rimasto rifugiato per sette anni fino all'arresto dell'aprile del 2019.