Esteri
Usa, Trump non vuole il voto per posta e attacca l’efficienza di USPS
Ma 300000 lavoratori delle poste confermano il loro voto a Joe Biden
Il nuovo fronte di battaglia dell'insolita campagna elettorale americana che si avvicina all’ultimo miglio è il voto per posta.
Il servizio postale ha avvertito molti Stati che esiste un rischio reale di non riuscire a processare in tempo per il 3 novembre tutti gli invii dei cittadini votanti.
USPS, il servizio postale americano, a luglio ha inviato documenti a ben 46 Stati per spiegare come mai il voto per posta potrebbe avere margini di rischio significativi.
Una modalità questa, tornata in auge in occasione della pandemia. In questa situazione i voti per posta potrebbero aumentare di ben 10 volte. Tra gli Stati che hanno ricevuto questo ‘warning’ ci sono il Michigan, la Florida e la Pensilvania, Stati considerati ‘chiave’ per il risultato elettorale.
Tutto questo mentre il Presidente in primis ha continuato a mettere in dubbio l’efficienza del sistema che, a questi livelli sovradimensionati potrebbe non reggere e 'prestare il fianco’ a errori di identità o a vere e proprie frodi.
Ma Trump non ha messo in dubbio solo il meccanismo, ha attaccato pesantemente anche il servizio postale, qualificandolo come ‘incapace e carente’ e ha negato all’ente 25000 milioni di dollari per renderlo più moderno e 3600 milioni di dollari dedicati soltanto alle elezioni.
Il gioco più o meno nascosto di delegittimazione di USPS da parte di Trump è aumentato da maggio con la nomina a direttore generale di Louis DeJoy, generoso sponsor repubblicano.
Con una tecnica raffinata il nuovo direttore ha adottato misure che ‘rallentano’ il servizio. Tra queste la diminuzione dei trasporti ufficiali, il blocco delle ore extra dei lavoratori e un minor utilizzo di macchinari elettronici in grado di processare velocemente la posta.
Un’azione nemmeno troppo velata che ha portato due giorni fa un gruppo di manifestanti di fronte alla casa di DeJoy a Washington per chiedere le sue dimissioni.
Il 91% degli americani ha fiducia nel servizio postale nazionale. Nei comizi del 2016, secondo un sondaggio Per Research Center solo lo 0,25 dei voti sono arrivati in ritardo e quindi invalidati. Quest’anno però sono avvenuti diversi contrattempi. In Georgia, ad esempio, molti votanti non hanno ricevuto in tempo le cartoline e a New York un giudice ha chiesto un riconteggio di voti arrivati fuori tempo massimo.
Il ‘giochetto’ presidenziale sembra essere stato scoperto da uno dei più agguerriti avversari di Trump, quel Barack Obama che sta sostenendo pienamente Joe Biden. In un tuit l’ex presidente ha detto che ‘gli attacchi che sta subendo il servizio postale possono rappresentare un danno collaterale per milioni di americani che utilizzano il servizio. L’Amministrazione di Trump sembra essere molto preoccupata di sopprimere il voto per posta che invece potrebbe sopprimere il contagio da Coronavirus’.
E un attacco contro l’operato del Presidente è venuto pure dai democratici con in testa Nancy Pelosi che hanno sottolineato come ‘ il Presidente stia manovrando l’operatività del servizio postale per negare il suffragio ai votanti e per favorire la sua rielezione’.
Risulta comunque strano che il servizio postale abbia ritirato negli ultimi giorni molte cassette postali ( delle 142000 presenti in tutto il Paese) nelle vie della Pensilvania, Montana, Oregon e New York.
In ogni caso, nonostante l’attacco al servizio, oltre 300000 lavoratori di USPS hanno confermato il loro appoggio a Joe Biden, con buona pace del Presidente Trump.