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Aceto balsamico di Modena: finita la guerra tra consorzi durata vent'anni

I due consorzi dell'aceto balsamico di Modena si sono uniti nel nuovo progetto Le Terre del Balsamico per promuovere, tutelare e innovare insieme i loro prodotti

Tra schermaglie e colpi bassi si conclude dopo oltre vent'anni la guerra tra i due consorzi dell'aceto balsamico di Modena, quello Igp e il tradizionale Dop. A maggio è nato Le Terre del Balsamico, un progetto congiunto per valorizzare i prodotti di entrambi, che ha debuttato ufficialmente al Cibus 2024, il salone internazionale dell’alimentazione alle Fiere di Parma.

I rappresentanti del consorzio di secondo grado sono Enrico Corsini, presidente del Consorzio di Tutela Aceto Balsamico Tradizionale di Modena Dop, e Mariangela Grosoli, presidente del Consorzio Tutela Aceto Balsamico di Modena Igp, rispettivamente il ruole di presidente e vicepresidente. 

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Oltre alla tutela e promozione dell'aceto balsamico, tra i prodotti più esportati (il 92% viene esportato in 130 Paesi) e imitati al mondo, lo scopo del nuovo consorzio, spiega Corsini a Gambero Rosso, sono anche "la ricerca scientifica e la formazione degli operatori, il miglioramento dei processi e dell’organizzazione delle produzioni e il supporto per lo sviluppo dei temi della transizione ecologica e della sostenibilità economica ed ambientale".

Corsini ripercorre poi le tappe che hanno portato alla pace:  "La tensione si è fatta sentire soprattutto dopo che il tradizionale ha ottenuto la Dop, nel 2000. La situazione è andata migliorando negli ultimi 10-15 anni, in particolare da quando anche il balsamico di Modena dell’altro consorzio ha conseguito la certificazione. Una volta ottenuta la legittimazione delle nostre realtà e attività, abbiamo cominciato a parlare e a lavorare insieme, fino a dare vita il 5 maggio del 2023 a Le Terre del Balsamico".

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Il nuovo progetto, spiega Grosoli, è "un punto di arrivo straordinario per la storia che c’è dietro. Storia di divisioni, incomprensioni, campanilismi, distinguo, battaglie legali, ma per questioni interne e non di prodotto. I modenesi della Dop dicevano che il vero aceto balsamico è quello tradizionale, mentre quelli della Igp hanno creato il balsamico quotidiano, che si è sempre fatto. L’unione fa la forza".

Continua poi il lavoro per rendere l'aceto balsamico di Modena un patrimonio dell'umanità per l'Unesco, proposta sostenuta dal ministero della Cultura insieme alla Regione Emilia Romagna. "Il progetto è al vaglio del Ministero della Cultura – spiegano Corsini e Grosoli – una volta portata a termine l’approvazione della Cucina Italiana come Patrimonio Unesco verrà riattivato anche questo percorso".





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