Cautano ed il Taburno si rilanciano con il vecchio rito della patata interrata
Avviati contatti con produttori e buyers dei Paesi Bassi, leader di produzione in Europa, per una partnership commerciale finalizzata a sviluppare la filiera.
In tutto il comprensorio del Taburno, nel beneventano, la patata coltivata è quella di montagna. E caratteristico è il suo metodo di conservazione: l’interramento. Un antico rito che consiste nello scavo di buche nel terreno di media/alta montagna, della profondità di circa 1-1,5 metri, in ognuna delle quali i tuberi (circa 3 o 4 quintali), raccolti con la prima luna calante di settembre, si ripongono protetti da strati di foglie di felce e da terreno a copertura della fossa, lungo i cigli che consentono lo scorrimento dell’acqua nel sottosuolo. Un rito che si tramanda da secoli e che adesso il suggestivo borgo di Cautano, in provincia di Benevento -famoso per i pregiatissimi marmi che furono utilizzati dal Vanvitelli per la realizzazione di alcune sale della Reggia di Caserta- richiama ospitando, dal 7 al 9 settembre, il Taburno Experience, un evento rivolto non solo a definire anche un vero e proprio disciplinare di produzione per la patata interrata ma anche l’occasione a foodies, slow-trotters ed amanti del turismo esperienziale, di conoscere e gustare la patata interrata di montagna, alimento anticamente vitale per la popolazione del territorio del Taburno ed ingrediente base di numerose ricette locali. La locale amministrazione comunale ha già avviato contatti con aziende ed associazioni dei Paesi Bassi, indiscussi leader di produzione, per avviare una partnership commerciale e sviluppare una filiera produttiva. Un percorso cibo-memoria con i produttori delle Comunità del Cibo Slow Food e le tipicità della produzione artigianale, che permetterà di coinvolgere i visitatori in un affascinante viaggio del gusto per valorizzare il tradizionale rito della patata interrata: dopo essere state raccolte con la prima luna calante di settembre, le patate si ripongono sotto strati di foglie di felce e terreno a copertura della fossa, lungo i cigli che consentono lo scorrimento dell’acqua nel sottosuolo.
Un'antica tecnica di conservazione, dunque, che consente alla patata di montagna di superare le rigide temperature invernali, maturando sotto terra ed arricchendosi di sali minerali e particolari proprietà nutritive, come risulta dalla ricerca condotta dal dipartimento di Scienza dell’Alimentazione dell’azienda ospedaliera “Rummo” di Benevento, sotto la guida di Francesco Coppola, già oggetto di alcune tesi di laurea. Alla manifestazione, organizzata da Comune di Cautano e Slow Food Taburno, sostenuta dalla Regione Campania nell’ambito del Poc 2014-2020, in collaborazione con le Comunità del Cibo (allevatori e produttori del Taburno e produttori della patata interrata) e con il patrocinio morale dell’Ente Parco Regionale del Taburno-Camposauro e del Consorzio Gal Taburno- parteciperanno anche operatori e rappresentanti istituzionali di diversi Paesi, tra cui Polonia, Slovenia, Cipro, Svezia e Ungheria che hanno già dato la propria adesione.
Il programma della rassegna prevede è ricco di convegni, workshop culinari a cura di Giuseppe Daddio, direttore e maestro chef scuola “Dolce&Salato” di Maddaloni, in collaborazione con Sabatino Cillo di Airola, stilista delle carni ed ambasciatore dei prodotti tipici del Taburno, che interpreteranno in chiave moderna ricette con la patata interrata.
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