Orti sui tetti, i pensionati coltivano in città
Dall’esclusiva via Tortona al quartiere popolare della Barona, è tutto un fiorire di orti aerei
ORTI SUL TETTO, A MILANO UN GRUPPO DI PENSIONATE “COLTIVA LA CITTA’”
Dall’esclusiva via Tortona al quartiere popolare della Barona, è tutto un fiorire di orti aerei
Loro sono un gruppo pensionate troppo attive per starsene con le mani in mano. Vivono alla Barona, quartiere popolare di Milano, e il loro piccolo paradiso lo hanno trovato sui tetti della zona dove, da qualche tempo, coltivano orti. Ebbene sì, tra pomodori, zucchine e insalata, in Zona 6 la verdura fresca non manca mai. “Abbiamo un risparmio di 30 euro a settimana - assicurano – Sappiamo quel mangiamo e la qualità della verdura non è paragonabile a quella che trovi al supermercato”. Quello che non consumano, va alle famiglie del quartiere meno fortunate. Tutto è cominciato nell’esclusiva enclave di via Tortona, sul tetto di Superstudiopiù, con un orto di 750 metri quadri progettato da Michelangelo Pistoletto nel 2014 nell’ambito del contenitore culturale “Coltivare la Città” degli architetti Lorenza Daverio e Tiziana Monterisi, in collaborazione con l’azienda triestina Harpo, leader nei sistemi di verde pensile. L’orto è piaciuto così tanto da diventare nel 2015, anno di Expo, una “risaia”. Chiuso Expo, il terreno verde è diventato un vero e proprio orto sociale affidato alla cura delle pensionate della zona che fanno riferimento al progetto Coltivare la città di Novacivitas.
“Il successo di quella che all’inizio doveva essere un’installazione, dimostra che l’orto pensile è oggi a tutti gli effetti uno strumento di socializzazione ma anche di risparmio economico – commenta il direttore della Harpo verdepensile, Maurizio Crasso – Grazie al progresso tecnologico, oggi gli orti sul tetto si realizzano con pochi centimetri di terreno, hanno una bassissima manutenzione e costi contenuti. Non solo, sono uno strumento molto efficace di risparmio energetico”.
Da via Tortona, il progetto si è esteso fino alla Barona dove si apprestano a crescere tanti altri orti sui tetti delle case popolari di proprietà dell’Aler. A curarli sarà, ovviamente, il gruppetto delle irriducibili pensionate che con successo hanno fatto fiorire il Supeortopiù.
“Il “Progetto Barona” – spiega Tiziana Monterisi di novacivitas - vuole essere un’esperienza capace di riportare la natura nella periferia per rigenerare il territorio: l’area extracittadina diventa così la dinamo trasformatrice della società dove nascono comunità autonome in grado di relazionarsi con il vasto tessuto urbano. Natura, arte, cultura ed educazione diventano il fulcro di questo nucleo sociale, favorendo la diffusione di nuove pratiche di produzione, uso e condivisione dello spazio e del territorio”.