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Fusione Fibercop-Open Fiber, affare d'oro per Kkr: nelle casse di Tim oltre 2 mld di euro
Pietro Labriola

Kkr punta a trasformare la rete di Telecom Italia in fibra in 5 anni e generare 2 mld

Un orizzonte temporale di cinque anni per convertire la rete, che è ancora in gran parte in rame, in fibra e monetizzare l'investimento. Questo dovrebbe essere il piano di Kkr il fondo statunitense che ha acquisito la maggioranza (37,8%) della rete di Telecom Italia,  Fibercop, venduta per sterilizzare il debito monstre, circa 26 miliardi di euro, che la società aveva accumulato, a causa gli errori degli azionisti che si sono succeduti, in 25 anni dopo la privatizzazione. 

Telecom è l'unico ex-monopolista ad aver ceduto la sua rete di accesso, e questo la luce lunga sul fatto che la mossa possa essere considerata strategica, ma all'ad Pietro Labriola non restavano opzioni per rendere il debito sostenibile.  Certo il governo ha una quota, di circa il 30% tra Mef e F2i, con notevoli poteri di governance. Inoltre, per ora, i vertici sono italiani: il presidente Massimo Sarmi e l'ad Luigi Ferraris che arriva da Fs come pure il  il responsabile per i rapporti istituzionali Massimo Bruno e del personale Adriano Mureddu.  Confermata  Elisabetta Romano, già ad di Sparkle,  come chief technology officer della rete.  Nel cda ci sono due rappresentanti di Kkr, Alberto Signori e James Gordon che dovranno seguire il progetto di investimenti di svariati miliardi, intorno ai 5, per togliere il rame e portare la fibra nel paese.  Da sottolineare che Fibercop, essendo una rete infrastrutturale, è profittevole. Sui conti di Tim lasciava circa 2 miliardi di utili, ben poca cosa rispetto agli interessi ( intorno al 7%) che l'azienda doveva pagare per i 26 miliardi di debito. 

LEGGI ANCHE: Via libera Ue a Kkr per l'acquisizione della rete di Tim

Per Kkr Fibercop è dunque un ottimo investimento sopratutto se si realizzerà la rete unica con Open Fiber che potrebbe portare nelle casse di Tim altri 2 miliardi di euro.  Se questa la fusione dovesse passare (come probabile) saranno obbligatoi dei "rimedi" e dunque accadrà che parte della rete in aree nere, ossia quelle più preziose ad alta densità abitativa passerà di mano. In questo caso i compratori non mancheranno, prima tra tutti Fastweb che, dopo l'acquisizione di Vodafone, si prepara a diventare un serio antagonista della nuova Tim senza rete. In Fibercop ci sono anche altri azionisti: il fondo Adia e quello pensione canadese che hanno il 17,5% ciascuno.  Ora il primo step sarà il piano industriale che dovrebbe essere presentato dalla nuova squadra a settembre. 

L'operazione però nel suo insieme è ancora al vaglio delle Autority ma non dovrebbe incontrare ostacoli.  Il presidente di Agcom  Giacomo Lasorella ha fatto sapere che esaminerà attentamente gli accordi di scorporo e di cessione di Fibercop a Kkr, perché potrebbero determinare un cambiamento della struttura del mercato.  Secondo Agcom il mercato delle telecomunicazioni in Italia è cresciuto dello 0.8% nel 2023, con ricavi oltre i 27 miliardi di euro, trainato dalla rete fissa (+4,4%) e penalizzato dalla rete mobile (-4.1%). Quanto al titolo Tim sta cercando anche se molto lentamente di risalire la china: in tre mesi ha guadagnato l'11% ma rispetto alla scorso anno è ancora in ribasso di circa il 7%.



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