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Allarme Onu: oceani sempre più caldi, lo scioglimento dei ghiacciai aumenterà
I cambiamenti climatici causeranno frequenti inondazioni, innalzamento del livello del mare, grave perdita di ghiacciai e scongelamento del permafrost. E' quanto avverte il nuovo rapporto dell'IPCC, il comitato scientifico sul clima dell'Onu, dedicato a oceani e ghiacci e diffuso oggi. Le conseguenze saranno peggiori con l'aumento più rapido delle temperature, quindi, secondo il gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici, i governi devono adottare misure "urgenti e ambiziose" per ridurre le emissioni. In media, il mondo dovrebbe affrontare un aumento del livello del mare di 43 centimetri entro il 2100 considerando lo scenario di riscaldamento globale più basso, rispetto agli 84 centimetri nello scenario peggiore.
CLIMA: GREENPEACE, 'NEGLI OCEANI UN MILIONE DI TONNELLATE DI CO2 OGNI ORA'
Negli oceani un milione di tonnellate di Co2 ogni ora. A lanciare l'allarme è Greenpeace che commenta il nuovo rapporto speciale dell'Ipcc (Gruppo Intergovernativo sui Cambiamenti Climatici) su oceani e aree coperte dai ghiacci. La scienza, sottolinea Giorgia Monti, responsabile campagna Mare Greenpeace Italia commentando il nuovo rapporto dell'Ipcc, "ci offre un quadro al contempo agghiacciante e convincente. Gli impatti che le emissioni di carbonio prodotte dall'uomo hanno sui nostri oceani si stanno sviluppando su larga scala e a un ritmo molto più sostenuto rispetto a quanto ci aspettassimo: c'è bisogno quindi di un'azione politica senza precedenti per evitare che il nostro Pianeta subisca conseguenze umane, ambientali ed economiche devastanti".
Gli oceani, sottolinea Greenpeace, svolgono un ruolo fondamentale nel sostenere la vita sulla Terra. Insieme alle calotte polari, sono fondamentali per regolare la temperatura del nostro pianeta, oltre ad assorbire il 20-30 per cento del carbonio dall'atmosfera terrestre, gli oceani regolano le piogge (e quindi la disponibilità di acqua potabile e la produzione agricola) e il clima del nostro pianeta. Ai tassi attuali di emissioni, avverte Greenpeace, si calcola però che stiamo scaricando negli oceani un milione di tonnellate di Co2 ogni ora, con conseguenze, come rivela il rapporto dell'Ipcc, devastanti sulla vita marina. "Il rapporto è un altro allarme per quei governi che continuano a non reagire alla crisi climatica in atto. Lottare contro i cambiamenti climatici e rafforzare la capacità di ripresa dei nostri oceani sono azioni che devono andare di pari passo. I governi e l'industria devono adottare misure decisive per abbandonare i combustibili fossili e rimanere al di sotto di 1,5°C. Allo stesso tempo è necessario tutelare le zone più sensibili dei nostri oceani per permettere a ecosistemi chiave di recuperare e adattarsi ai drammatici cambiamenti in atto" conclude Monti.