Green
COP25, dialogo intergenerazionale per salvare il Pianeta
di Paola Serristori
Ogni atto conta. TIME TO ACT IS NOW, il momento di agire è adesso, è la frase che i partecipanti alla Conferenza dell’ONU sul clima COP25, in corso a Madrid, ripetono di continuo. Non è neppure più un allarme su quanti gradi aumenterà la temperatura: tutti noi viviamo a credito dal giugno 2019, ossia i nostri consumi sono superiori alla produzione di risorse dell’ambiente. I Paesi industrializzati, uno dopo l’altro, sembrano rinnegare la verità condivisa dall’intera comunità scientifica, compresa quella minoranza, secondo altri “vicina” alle posizioni di lobbies e governi, che anni fa dubitava che il buco nell’ozono fosse un problema. L’accordo di Parigi, segnato dopo lunghe e travagliate trattative nel 2015, al termine della COP21, è disatteso dai grandi inquinatori, notoriamente gli Stati Uniti. Ma giorno dopo giorno le organizzazioni non governative lanciano l’allerta su decisioni contrarie di Australia, Brasile, Belgio… l’elenco viene aggiornato di continuo e si allunga drammaticamente. Gli obiettivi per contenere l’aumento dei gas che distruggono l’atmosfera arretrano.
L’accordo di Parigi evidenziò subito un punto debole, segnalato a gran voce dalle ONG, ma anche dai Paesi più colpiti da uragani: non prevedeva dure sanzioni a carico dei firmatari che non l’avessero rispettato. La protesta montava tra le sale di COP21, ma è altrettanto vero che le discussioni erano state estenuanti, protratte sino a notte fonda, e tali da ritardare l’orario di chiusura della Conferenza di cui Affari seguiva i lavori, che ci si rispose: meglio un accordo che un nulla di fatto.
COP25, Nila Patty, attivista Indonesia
Il futuro della Terra dipende più che mai dai giovani. Sono loro la vera speranza, possiamo dire la certezza, di questa COP25. I giovani si stanno organizzando in tutto il mondo per dare peso alla loro voce. La loro riunione programmatica COY, che si tiene tre giorni prima di ogni Conferenza dell’ONU sul clima, diventa anno dopo anno l’evento principale. Jayathma Wickramanayake, inviata dal segretariato generale ONU per i giovani, annuncia la creazione di una piattaforma di materiale e risorse a disposizione dei giovani per aumentare la consapevolezza di cause ed effetti del cambiamento climatico. Le proposte di YOUNGO (youth+non governative organisation) vengono presentate nel corso della sessione plenaria di esperti e delegati governativi.
I giovani chiedono come possono salvare la bellezza del Pianeta, attraverso la portavoce che legge, con una vena di emozione nei passaggi più forti, rivolgendosi ai relatori del comitato intergovernativo con la presenza di esperti di scienze e di tecnologie SBSTA-IPCC, in seguito alla presentazione dello speciale rapporto su ghiacci ed oceani (SROCC) della sessione plenaria di COP25.
Il metodo che si afferma è “co-creare”. Condividere idee e forze. Passare dalla protesta all’azione. Un’alleanza dei giovani può riaprire il dialogo intergenerazionale.
“Viviamo tutti sullo stesso pianeta!”, dicono rivolti ai seniores, gli adulti che con comportamenti irresponsabili abbiamo dato fondo alle riserve idriche, inquinato mari ed oceano, provocato la morte della fauna ittica e terrestre, ucciso col bracconaggio, distrutto foreste, sfruttato il suolo e sottosuolo.
Il qualunquismo di chi continua a non pensare non trova alibi sapendo che i modelli matematici elaborati dagli esperti per prevedere tempi e modalità della crisi climatica, basandosi su precedenti periodi nella storia conosciuta del mondo, sono superati dagli eventi. In altre parole: la situazione peggiora più rapidamente.
Per quanto riguarda l’allarme sullo scioglimento dei ghiacci e l’aumento del livello degli oceani, che provoca erosione delle coste, inondazioni, Debra Roberts. co-presidente del secondo gruppo di lavoro di IPCC riferisce che aumenta l’attività nella zona artica e diminuisce ai Tropici.
L’inviato della Commissione intergovernativa sugli oceani dell’UNESCO (IOC-UNESCO) sottolinea quanto sarà importante la scienza, l’oceanografia, affinché ci vengano fornite molte altre conoscenze.
“Ogni atto conta”, sottolinea Roberts. Serve la consapevolezza delle popolazioni, la loro pressione sugli eletti per orientare le politiche di sviluppo in modo responsabile. Diffondere la conoscenza, l’istruzione, aumentare la capacità di rispondere alla sfida climatica.
Martin Frick, senior esperto della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sul Cambiamento Climatico (UNFCCC), aggiunge: «Ho affrontato 25 anni di dialoghi professionali. Sono stanco di discussioni sul carbone. Oggi parlo diversamente ai giovani. Mai è stato così veloce il peggioramento dell’ecosistema. Non voglio creare panico, ma il momento di agire è ora. Pensiamo anche a quanti anziani muoiono per il caldo. Dobbiamo assolutamente fermare la crisi ambientale, lavorare insieme unire le forze. Abbiamo bisogno di 7,7 miliardi di persone per combattere.”
Zekai Wang, a nome di YOUNGO, ribadisce: “Insieme siamo più forti.”
Carolina Schmidt, ministro del Cile per l’istruzione – il Cile presiede COP25 – insiste: “È un momento chiave per incrementare l’accordo di COP21. I giovani sono d’esempio. Essi non hanno paura del cambiamento. Dobbiamo migliorare accordo perché non l’abbiamo fatto prima. Abbiamo bisogno delle vostre voci, del vostro punto di vista per sviluppo sostenibile, grazie per aggiungere le vostre forze. È il momento di agire.”
Bernardita Castillo Passi, coordinatrice dei giovani universitari cileni, a nome di COY15 CONFERENCE OF YOUTH, riferisce che sono già sorti 26 comitati nel mondo: “Invitiamo ed incoraggiamo a formare altre sezioni locali.”