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Giornata Mondiale delle Zone Umide, ANBI Veneto pubblica il report

Vincenzi (ANBI): "Se consideriamo le positive ricadute del Piano Invasi è evidente come la nostra attività sia un asset di determinante importanza nell’economia del settore primario"

di redazione

ANBI Veneto, pubblicato il report in occasione della Giornata Mondiale delle Zone Umide: dalle rotatorie viarie alle oasi naturalistiche

Le aree umide costituiscono un habitat ideale per specie animali e vegetali, sono preziose per la sicurezza idraulica di campagne e centri abitati e possono rappresentare riserve idriche per l'agricoltura. In tutta Italia, sono centinaia, e svolgono funzioni di fitodepurazione (disinquinamento delle acque con metodi naturali). Le dimensioni delle zone umide variano da meno di un ettaro (ad esempio all’interno di grandi rotatorie viarie come compensazione idraulica e ambientale per importanti infrastrutture) fino a decine di ettari (le oasi naturalistiche), impreziosendo il territorio e caratterizzando il paesaggio.

In occasione della Giornata Mondiale delle Zone Umide, ANBI Veneto ha reso noto uno studio realizzato in collaborazione con Regione del Veneto ed Etifor (spin-off dell’Università degli Studi di Padova), sul valore economico dei servizi ecosistemici, derivanti dalla risorsa, che scorre nei canali e nei fiumi gestiti dai Consorzi di bonifica. La stima annuale è pari a € 13.854.667,00 per le attività di fitodepurazione svolte da queste zone, mentre ammonta a € 143.504.299,00 la monetizzazione della funzione delle zone umide come habitat di biodiversità.

"È questa un’autorevole quantificazione dell’apporto che il solo aspetto ambientale di una corretta gestione del territorio rappresenta per l’economia del territorio", commenta Francesco Vincenzi, Presidente dell’Associazione Nazionale dei Consorzi di Gestione e Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (ANBI). "Se consideriamo le positive ricadute che potrà avere la multifunzionalità del Piano Invasi, da noi proposto con Coldiretti, è evidente come l’attività dei Consorzi di bonifica sia oggi un asset di determinante importanza nell’economia del settore primario, ma non solo, del nostro Paese".

In Veneto sono 52 le zone umide con finalità di fitodepurazione, realizzate, gestite o semplicemente manutenute dai Consorzi di bonifica: un totale di 433 ettari a servizio dei cittadini, della fauna e della vegetazione in stretta simbiosi con l’acqua.

"Nell’azione di contrasto alle conseguenze della crisi climatica, la realizzazione e gestione di aree umide è fondamentale per la sicurezza idraulica, la tutela della biodiversità e la salvaguardia della qualità delle acque", aggiunge il Direttore Generale di ANBI, Massimo Gargano. "È tuttavia un’azione, che richiede adeguati stanziamenti pubblici, ad iniziare dal rifinanziamento della Legge Speciale per la Salvaguardia di Venezia e della sua Laguna".

È infatti proprio tra le province di Venezia, Padova e Treviso, dove scorrono i corsi d’acqua, sfocianti nel bacino lagunare, che è stata realizzata gran parte delle zone umide venete. La loro attività di fitodepurazione, contrastando l’eutrofizzazione dovuta all’eccessivo carico di azoto e fosforo, va a tutela del fragile habitat veneziano e molte di queste aree non esisterebbero senza la Legge Speciale.

La Giornata Mondiale delle Zone Umide, appena celebrata, è dunque l’occasione per richiamare l’attenzione sul patrimonio di ambienti d’acqua, distribuiti lungo l’intera Penisola e che nel concreto testimoniano le funzioni ambientali, che il sistema dei Consorzi di bonifica sta sviluppando a fianco delle storiche missioni legate alla sicurezza idraulica ed alla gestione della risorsa irrigua.

È la nostra quotidiana risposta al consumo di suolo, che vede abbandonare o, peggio, cementificare ogni secondo oltre 2 metri quadrati del nostro territorio", conclude il Presidente di ANBI, Vincenzi.