Green

Orti urbani e tetti verdi. Da Milano ad Assisi, intesa tra "green city"

La 2^ Conferenza Nazionale delle Green City dedicata all’adattamento ai cambiamenti climatici delle città culmina con una dichiarazione di 10 punti

Da Milano a Roma, a Napoli, Torino, Firenze, Palermo, per citare le grandi città, a Casalecchio di Reno, Sorradile, Assisi, Monterotondo, per citare i piccoli centri. E' un'alleanza tra 25 centri urbani 'green' che hanno firmato oggi a Milano, in occasione della 2^ Conferenza Nazionale delle Green City, una dichiarazione in 10 punti per l’adattamento ai cambiamenti climatici. Nell'elenco ci sono anche Belluno, Bergamo, Chieti, Cisterna di Latina, Cosenza, Genova, Imola, Livorno, Mantova, Monterotondo, Padova, Parma, Pordenone, Siracusa, Tivoli, Venezia. 

La 2^ Conferenza Nazionale delle Green City dedicata all’adattamento ai cambiamenti climatici delle città, con l’obiettivo di arricchire la conoscenza delle politiche e misure di adattamento ai cambiamenti climatici e sollecitare una maggiore attenzione su un tema così cruciale per il benessere e la qualità della vita dei cittadini, è realizzata dal Green City Network, la “rete” promossa dalla Fondazione per lo sviluppo sostenibile per sviluppare attività e interventi per rendere le città italiane più green, in collaborazione con il Comune di Milano e il Politecnico di Milano, con il patrocinio dell’Ordine degli Architetti della Provincia di Milano e dell’Ordine dei Dottori Agronomi e dei Dottori Forestali di Milano e con il supporto di diversi sponsor (Amundi, Montello SpA, Utilitalia, ING, FaterSMART e Key Energy – Ecomondo). 

Emerge che l’Italia è più esposta di altri Paesi agli impatti del cambiamento climatico e, con 63 miliardi di euro (dato della Commissione Ue, 2018), è al secondo posto in Europa per le perdite economiche generate dai cambiamenti climatici. Il riscaldamento futuro nella regione del Mediterraneo è atteso superare i tassi globali del 25%, con il riscaldamento estivo superiore del 40% della media mondiale. Recentemente il Programma europeo Copernicus ha pubblicato i dati delle temperature del mese di giugno 2019 e le statistiche lo confermano: si è trattato del giugno più caldo in Europa da quando esistono le misurazioni con temperature di circa 2°C superiori al normale.

Nel complesso, le perdite economiche registrate in Europa nel periodo 1980-2016 provocate da fenomeni meteorologici e altri eventi estremi legati al clima hanno superato i 436 miliardi di euro. A fronte di tali impatti, a livello europeo, solo il 26% delle città ha realizzato un piano di adattamento climatico, il 17% un piano congiunto per mitigazione e l’adattamento mentre il 33% non ha nessun piano locale per il clima.“L’iniziativa del Green City Network punta a promuovere un maggiore e più qualificato impegno delle città italiane per l’adattamento climatico – dichiara Edo Ronchi, presidente della Fondazione per lo sviluppo sostenibile – Le 10 proposte della Dichiarazione forniscono indirizzi aggiornati per città più resilienti e meno vulnerabili, più capaci di affrontare i cambiamenti climatici con gli interventi, necessari e possibili, per prevenire e limitare rischi e danni”.

A sua volta Marco Granelli, assessore all’Ambiente e Mobilità del Comune di Milano, ha rilevato che il capoluogo lombardo "sta mettendo in pratica misure per il contenimento dell’inquinamento e degli effetti negativi del cambiamento climatico come Area B per il contingentamento della circolazione dei veicoli diesel in ambito urbano. Green City e l’adesione al decalogo della Dichiarazione sono iniziative importanti perché aumentano la sensibilità dei cittadini e aiutano le amministrazioni ad adottare provvedimenti che inevitabilmente impongono sacrifici, almeno iniziali, a tutti”. 

Ecco nel dettaglio i 10 punti della Dichiarazione per l’adattamento climatico delle Green City:

1. Definire ed aggiornare piani e misure per l’adattamento climatico delle città: l’Europa meridionale e, in particolare, i Paesi dell’area mediterranea come l’Italia sono pesantemente colpiti dagli impatti di fenomeni atmosferici estremi generati dai cambiamenti climatici. Le città devono essere protagoniste di politiche e misure di adattamento per le quali è indispensabile l’azione locale. Serve maggiore impegno: le misure che le città hanno iniziato ad attuare vanno migliorate, rafforzate e rese più estese e incisive.

2. Integrare le politiche e le misure di adattamento con quelle di mitigazione del cambiamento climatico: il primo obiettivo di prevenzione per le città non può che essere quello di contribuire a evitare l’ulteriore pericoloso peggioramento della crisi climatica. Per contenere l’aumento medio globale delle temperature al di sotto dei 2 gradi, come previsto dall’Accordo di Parigi, sarà necessario arrivare al 2050 ad emissioni di gas serra nette vicine allo zero e quindi ad impegnative riduzioni anche nelle città al 2030. Occorre quindi aggiornare i piani e le misure di riduzione delle emissioni di gas serra nelle città e integrarli con quelli per l’adattamento al cambiamento climatico, valorizzando le sinergie positive. È necessario, in particolare, aumentare la produzione e l’impiego di fonti rinnovabili di energia, per l’elettricità, gli usi termici e i carburanti, il risparmio energetico negli edifici, pubblici e privati, la mobilità sostenibile e l’economia circolare. 

3. Aggiornare la valutazione dei rischi e le misure sia di emergenza, sia di medio e lungo termine: è necessario tenere aggiornate le conoscenze degli impatti urbani del cambiamento climatico, disporre di sistemi di allerta preventiva e di piani di emergenza per la gestione dei rischi e per ridurre l’esposizione della popolazione, in particolare dei settori più vulnerabili. Particolare attenzione va dedicata all’integrazione delle misure di adattamento nei piani e nei programmi di medio e lungo termine per le trasformazioni urbane e nelle progettazioni di interventi. 

4. Valorizzare le ricadute positive delle misure di adattamento e contabilizzare i costi dell’assenza delle misure: significa che i piani e i progetti per l’adattamento climatico devono anche contribuire a realizzare miglioramenti della qualità ambientale della città, dei complessi edificati e degli edifici. Le misure per l’adattamento, oltre ad aumentare la resilienza delle città e dei territori riducendo gli impatti e i rischi, possono generare anche altri benefici per i cittadini: da una migliore qualità dell'aria a una maggiore salubrità, da una migliore gestione delle risorse idriche ad un incremento della biodiversità. Il. mancato adattamento comporta costi rilevanti. Vanno inoltre rafforzati i collegamenti tra tutela della salute e adattamento climatico e migliorata l’informazione sui rischi e i costi anche sanitari della crisi climatica insieme a quella sui benefici generati dalle misure di adattamento.

5. Sviluppare le capacità adattive: l’adattamento della città è un processo di cambiamento che richiede flessibilità, aggiornamenti periodici, capacità di incorporare la resilienza al cambiamento climatico nei piani, nelle politiche e nelle misure, negli investimenti per lo sviluppo urbano, nella gestione e uso del suolo, delle risorse idriche, degli edifici e delle infrastrutture. Tale cambiamento, va impostato e gestito come un vero e proprio processo di apprendimento continuo. In tale processo è essenziale che le amministrazioni locali si avvalgano della ricerca, della conoscenza, delle buone pratiche e delle migliori tecniche disponibili per far crescere le capacità di risposta adattiva locale. 

6. Puntare di più sulle soluzioni basate sulla natura: le alberature stradali, i giardini pubblici e privati, i parchi, i tetti e le pareti verdi, gli orti e le aree agricole periurbane, le casse di espansione naturali e integrate nel tessuto urbano, oltre a fornire diversi servizi ecosistemici, contribuiscono in maniera rilevante all’adattamento climatico, a ridurre le ondate di calore, a migliorare il deflusso superficiale e l’assorbimento delle acque. Le soluzioni di adattamento basate sulla natura (Nature-based Solutions) vanno tenute ben presenti sia nella pianificazione urbanistica sia nei piani di incremento, gestione e finanziamento del verde urbano. 

7. Ridurre la vulnerabilità e i rischi delle precipitazioni molto intense: fermare l’impermeabilizzazione e il consumo di nuovo suolo e aumentare gli interventi di de-impermeabilizzazione delle pavimentazioni. Le reti e le infrastrutture verdi hanno grande importanza sia come moderatore microclimatico, sia per assorbire e trattenere maggiori quantità di acque piovane. Piazze o aree verdi abbassate rispetto al livello stradale, ad esempio, possono contribuire all’accumulo di acque piovane nel caso di eventi estremi. Il deflusso di acque piovane particolarmente intense può essere convogliato verso zone umide appositamente predisposte nelle aree periurbane.  Vanno meglio monitorate le reti esistenti di drenaggio urbano e occorre cercare di assicurare la separazione fra le reti fognarie e la rete idrografica.

8. Affrontare le ondate e le isole di calore: utilizzare strumenti avanzati di analisi e di valutazione delle capacità adattive alle sempre più frequenti ondate e isole di calore nelle città. Sulla base di tali analisi e valutazioni vanno realizzate soluzioni progettuali, tecniche e gestionali nella rigenerazione urbana, nella riqualificazione degli edifici e degli spazi di pertinenza. Promuovere anche misure per il controllo bioclimatico degli edifici, per l’ombreggiamento e il controllo della radiazione solare, per aumentare la ventilazione naturale e il raffrescamento, per migliorare l’isolamento termico anche con materiali innovativi.

9. Promuovere gli investimenti: le politiche e le misure per l’adattamento urbano richiedono maggiori investimenti pubblici e privati, promuovendo partenariati pubblico-privati, un maggiore utilizzo di strumenti finanziari e assicurativi, indirizzando con norme tecniche e favorendo, con analisi dei costi e dei benefici, investimenti privati in progetti di adattamento, facendo ricorso anche a donazioni e crowdfunding. Collegando adattamento, mitigazione e greeneconomy si può trasformare un rischio in un'opportunità creando sinergie fra interesse pubblico e settore privato.

10. Rafforzare la governance: per definire e attuare una strategia di adattamento climatico nella città occorre aumentare l’impegno politico delle amministrazioni locali e stabilire una precisa responsabilità nonché un coordinamento tra le diverse competenze e gli uffici coinvolti ed anche coordinare i diversi livelli di governo: locale, regionale e nazionale. Le misure di adattamento climatico, di prevenzione e di monitoraggio dei rischi, richiedono un’attiva partecipazione dei cittadini, un’efficace informazione, nonché un costante dialogo con i diversi gruppi di stakeholder.