Green

Transizione, dalla Sardegna alla Sicilia: Italia cuore dell'energia offshore

Mentre l'Europa spinge per un futuro più green, l'Italia sfrutta il potenziale dell'energia verde dal mare, valutando impatto ambientale, costi e benefici

L'Europa spinge per una comunità sempre più verde e pulita: dagli aiuti economici messi in campo con il Recovery Plan al raggiungimento della neutralità climatica entro il 2050, i leader politici, e non solo, puntano a trovare soluzioni atte a coniugare crescita economica e sostenibilità ambientale. Una sfida tanto necessaria quanto ambiziosa, che richiede impegni istituzionali, strategie aziendali e analisi territoriali precise. 

Una prima risposta arriva direttamente da Enea, l'agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, che attraverso la sua indagine nazionale sulle nuove tecnologie per sfruttare l'energia da correnti di marea e onde marine, condotta in parallelo con quella di altri tredici Paesi della task force europea, ha studiato la predicibilità dello stato del mare e di conseguenza dell’energia marina disponibile nel bacino Mediterraneo, su scala di tempo stagionale. 

Un'attività che a oggi, a fronte degli impegni climatici e ambientali al 2050 e l'azzeramento delle emissioni, appare sempre più determinante. “Il raggiungimento di questi obiettivi passa anche dal mare, dal momento che tra le tecnologie delle energie rinnovabili quelle offshore presentano il maggiore potenziale di espansione, come evidenzia anche la strategia Ue pubblicata a fine 2020”, ha sottolineato Gianmaria Sannino, responsabile del Laboratorio Enea di modellistica climatica e impatti e chair della task force europea.

In particolare, ha sottolineato Sannino: "La task force avrà il compito di traghettare il settore dell’energia dal mare dalla attuale fase di sviluppo tecnologico dei dispositivi alla piena operatività commerciale, attraverso l’incremento del livello di maturità tecnologica dei singoli dispositivi sperimentali e di tutta la filiera industriale, la ricerca di strumenti finanziari e lo sviluppo di standard e certificazioni ambientali”. 

“Grazie a questa indagine potremo conoscere lo stato di avanzamento tecnologico dei progetti, i finanziamenti e gli incentivi disponibili per il settore a livello europeo- ha aggiunto Maria Vittoria Struglia, ricercatrice del Laboratorio Enea di modellistica climatica e impatti- Ci sarà, inoltre, un focus su tutti gli aspetti cruciali che riguardano la fase di messa a mare dei dispositivi, come la disponibilità di laboratori naturali, l’infrastruttura di rete, le procedure autorizzative e la presenza o meno di una pianificazione dello spazio marittimo. Invitiamo tutti gli sviluppatori di prototipi di contattarci entro metà luglio". 

(Segue...)